Aspettando il sole a Sydney
Prime settimane di Gennaio. Da noi esiste il rito, usanza, leggenda, credenza, qualsiasi altro modo vogliate chiamarlo, dell’osservare i primi dodici giorni dell’anno per prevedere il tempo atmosferico dei mesi a seguire. Mi auguro che qui non sia lo stesso, per il semplice fatto che, se fosse così, questa sarebbe veramente un’annata da dimenticare. Le prime giornate, grigie e alquanto fresche per essere estate nell’emisfero australe, mi stanno facendo dubitare di una qualche mia implicazione nel tempo atmosferico dei luoghi in cui mi trasferisco. Ora: capisco sia impossibile, anche perché, al massimo, come spesso accade a persone sensibili ai cambiamenti atmosferici, è proprio il fenomeno naturale a condizionare l’essere umano, e non viceversa, ma quando ti ritrovi in America anni or sono con la nevicata più brutta del secolo (che poi in realtà sarà così ogni anno, vedi in questi giorni in cui il caos totale regna nel lontano nuovo mondo) e in Australia con la primavera più piovosa e l’estate più fresca dell’ultimo secolo… qualche domanda sorge spontanea. Sarà mica che porti sfiga bella mia? Chi lo sa. Lo scopriremo solo vivendo, cantava Battisti.
Ecco perché, in questi giorni da maniche lunghe e raffreddore latente, io e il mio team decidiamo di metterci alla ricerca di aiuti salutari in attesa del sole. Sole, Oh Sole!, confidiamo nella tua venuta. Da leggere: muoviti o ce ne torniamo a casa. Passeggiando a volta spinti e a volta frenati da folate di vento in stile bora triestina, cogliamo dettagli utili alla nostra permanenza australiana. Troviamo la biblioteca (finalmente), ci registriamo per la tessera che ci permetterà la consultazione dei libri e la stampa di documenti da computer, e siamo felici. Strano ma vero, qui non è possibile prendere in prestito i libri, di alcun tipo. Per studiare devi solo soffermarti in sala lettura, e hai a disposizione tutto quello che ti serve per un massimo di dieci giorni: una volta trovato il volume da sfogliare, una volta terminato, per la sessione del giorno, devi solo riporlo in uno scaffale apposito; quando invece hai completato la sessione di studio, il libro va riposto in una specie di cassetta della posta immensa, inserendolo attraverso una fessura che per poco ti fagocita le dita della mano.
Step two. Mercato della frutta e della verdura gestito dai cittadini di China Town a Haymarket. BINGO! Ho trovato il frutto esotico che per tanto tempo ho cercato in Italia senza alcun risultato. Il frutto del drago c’é! Con le piante di frangipani, da me amate almeno quanto i fiori di gardenia e magnolia, in ogni angolo della città, Sydney conquista i nostri cuori. Se magari si riuscisse a trovare un lavoro con più facilità… sarebbe meglio! Attendiamo pazientemente così come bramiamo per il sole. Questa city si fa proprio desiderare, nevvero? Speriamo bene.
Altro elemento positivo che ci facilita l’attesa dei raggi luminosi che ti scaldano la pelle, è la piacevole scoperta della piscina sul tetto dell’edificio, non proprio all’avanguardia, in cui abbiamo trovato la camera dove alberghiamo per questo primo mese. Sì, ecco: fra due settimane dovremo dire addio anche a questo “plus” simpatico, seppur tenuto alla buona, che ci ha rallegrati dopo giorni di pioggia e vento freddo, ma non ci diamo per vinti. Abbiamo quindici giorni per trovare un’altra locazione e per ritrovare lo spirito che ci ha portati quaggiù ammaliati dal sogno australiano tanto ripetuto e ribattuto nella vecchia, cadente, povera Italia. Di nuovo? Sì! Mentre lo scrivo, mi auguro che come l’araba fenice, succeda qualcosa che pur dopo averla fatta bruciare (non sembra molto in fretta dopo tutto), faccia rinascere una nazione che di storia ne ha tanta, troppa, ma di memoria… mmm, non è che ci sia una epidemia di Alzheimer? Ecco svelato il segreto. Qui, la giovane, irriverente, beona Australia; lì, la nostra vecchia, stanca, rimbecillita, Italia. Passo e chiudo.
Meglio ingozzarci di Dragon Fruit e continuare a cercare, aspettando il sole…
Cheers Mates!