Questione di figli
Fare il genitore: durante le feste natalizie i bimbi restano a casa per riposare i loro occhietti e le loro braccine stanche dalle fatiche scolastiche. Sono, per i genitori, che invece non hanno ferie né mentali né fisiche, giorni belli, lunghi, intensi, stancanti.
Il mio primo figlio si chiama Nicoló, ha sei anni e mezzo e il 30 dicembre 2013 gli è caduto il primo dentino. È un bimbo bello vispo, tendente al vivace, che alla lunga stordisce, ma ha un animo nobile e delicato e i pensieri che gli frullano nella testa sfiorano a volte note liriche. Già verso fine Novembre ha iniziato a mettere a dura prova le mie conoscenze religio-socio-culturali. Stavamo creando delle palle di Natale con polistirolo, fazzolettini di carta e colla vinilica, quando nella sua mente si sono affacciati pensieri misti e nuovi orizzonti, tant’è che mi ha chiesto, in ordine assolutamente casuale: chi sono gli angeli, cosa fanno, dove vanno e da dove vengono e se conoscono Babbo Natale. Inoltre ha voluto una spiegazione dettagliata del Paradiso e sul perché si muoia. Già lì è stata dura. Poi è venuto il venticinque Dicembre e con esso la spiegazione dela nascita di Gesù Bambino, ma non di come cavolo faccia Babbo Natale a portare i doni, se a casa nostra non c’è un camino. Tra i vari regali apparsi per magia allo scoccare della mezzanotte si annovera un fossile e in al momento dell’apertura di quel dono, tra un pezzo di capitone fritto e una fetta di panettone, ho dovuto far mente locale collocando il fossile nel periodo storico giusto. A seguito, gli starnuti e il raffreddore e la pappardella su quanto sia importante prendere le medicine giuste e la rassicurazione che… No, non farà la fine di Michael Jackson (suo idolo), perché, figlio mio, “con lui non c’era mica la sua mamma a curarlo”. Poi l’attenzione va al mappamondo, storie di meridiani e paralleli, fusi orari e il nostro campeggio dov ‘è.
Il ventisei Dicembre c’è stata la crisi delle feste, un momento di forte tristezza e di ribellione, causata dal “Ma perché non vinco mai a tombola?!”, e quindi tutta la spiegazione de “l’importante è partecipare”.
Il ventinove dicembre a Napoli abbiamo ballato un po’ per un simpaticissimo terremoto, che è stato il miglior spunto possibile per introdurre al mio adorato figlioletto il perché la terra tremi. Appena dopo la scossa, per non rimanere sola in casa con i due piccoli, sono scesa per strada, come da consuetudine napoletana, e, dato che noi abitiamo sopra una Chiesa, io e prole ci siamo “rifugiati” lì. Ed è lì che il pupo ha avvistato subito una statua gigante di una Santa con in mano un crocefisso, sul quale c’era un Gesù sanguinante. Ovvio che sì, ha voluto sapere tutto. Perché la suora è gigante e perché Gesù è piccolo. Perché Gesù sanguina sulla croce. Perché l’hanno ucciso. E poi la lotta del bene contro il male e perché muoiono anche le persone buone e “sì amore mio, si muore dopo i cent’anni, ma anche i bimbi a volte muoiono, ma sai che c’è, c’è che diventano subito degli angioletti, e sì, forse incontrano Michael Jackson e Charlie Chaplin, ma tu, Vita mia, sta’ tranquillo perché non muori prima di aver compiuto almeno 159 anni”.
Usciti dalla Chiesa ho avvertito un giramento di testa. Ma non era il terremoto. Erano le venti e il vuoto era fame! Siamo andati ad ordinare dei panini: per me un kebab completo, birra chiara e per lui würstel patatine e fanta. Meno male che non mi ha chiesto come sono fatti i würstel perché davvero non so se avrei retto. Comunque lui è uno che dall’alto dei suoi sei anni e mezzo non ha mai visto un cartone “violento”. Rifiuta i vari Pokemon, Ben Ten ecc, ed è, come dire, decisamente e facilmente impressionabile. Se può, non disdegna di guardare con la sorellina una bella puntata dei Teletubbies, che saranno pure dei pupazzi idioti, ma lo rassicurano un sacco.
Ora vi insegno a farne uno…!
Preparate della pasta di zucchero da modellaggio nei colori dei pupazzi – in questo tutorial vi mostro come fare Bo, il rosso, ma voi poi procedete analogamente per gli altri. Formate il corpo, la testa le braccia e le gambe, dopo di che applicate sulla pallina della faccia un dischetto color carne. Con la punta dell’indice, spingete e formate i solchi degli occhi e la bocca.
Con uno strumento appuntito, uno stuzzicadenti o col posteriore di un pennello, incidete la bocca come fosse una fessura e fate due buchetti per le narici. Applicate dei dischetti bianchi per gli occhi e dipingete col nero le pupille. Applicate due dischetti un po’ allungati per formare le orecchie. Infine fate un cerchietto sul cappello. Unite i pezzi precedentemente modellati e il primo Telutubbies è pronto già!
Mettete un rettangolino color argento sulla pancia.
Procedete a costruire gli altri pupazzetti, differenziando magari la posizione delle mani oppure dando loro qualcosa da reggere.
Una volta completi, aggiungeteli alla torta. In questo caso ho ricreato un prato.
Fare questa torta è quasi impegnativo come stare con i seienni assetati di sapere. Ma meno male che domani è il 6 Gennaio.
Alla prossima!