Buone Feste, cartoline da Sydney
Natale 2013. Sydney. Ecco dove mi sono trasferita. Alla fine non era così difficile scoprire la prossima tappa dell’OzzieNotes tour, vero? Ed eccoci arrivati. Laura ed il suo team, dopo un viaggio lungo due giorni con relativa tappa a Canberra, nonostante ci fosse stata sconsigliata dai più, con l’avvertimento “non c’è niente, cosa vi fermate a fare?” – dopo sei ore di nulla e di buio, che in Australia è proprio buio pesto, dormono. Il meritato riposo del guerriero è d’obbligo. Canberra, in realtà, è vero che non ha proprio tutto questo skyline e landscape da offrire, ma per essere stata la città che rappresenta proprio il detto “tra i due litiganti il terzo gode”, non è poi così male (Il riferimento è al fatto che, alla domanda: dove mettiamo la capitale? Gli Australiani, all’epoca, per non fare differenze e per non fare “arrabbiare” le due città di Melbourne e Sydney, che si contendevano la scena, hanno optato per la terza, quasi anonima, Canberra). Il colle su cui è stato costruito il palazzo del parlamento è stato progettato bene; diciamo che il lato architettonico di questa pseudo-città è ammirevole e apprezzabile, poi, per quello che abbiamo visto, non possiamo aggiungere poi più di tanto. Alle sette della mattina di lunedì ventitré dicembre duemilatredici, siamo di nuovo per strada in direzione Sydney, e ringraziamo Canberra per l’ospitalità. See ya C. Cheers.
Sydney. Il Caos. Benvenuti nella New York dell’Australia, forse anche peggio, dato che la prima cosa che ci viene offerta dalla periferia al centro, sono state un mucchio di code e di ingorghi nel traffico. Evviva! Il navigatore ci diceva “in venti minuti arriverete a destinazione”. Sì certo, due ore, forse poco più! L’appartamento, o quello che crediamo sia un appartamento che un indiano analista di Google ci ha subaffittato per qualche settimana, è in centro. Per raggiungerlo, ondate di persone attraversano le vie principali facendo sì che i semafori prima rossi, poi verdi, diventino di nuovo rossi giusto per farti stare quei venti – trenta minuti fermo sotto il sole. Dopo tutta una serie di traversie, tra cui raggiungere un nuovo amico che ci è stato presentato da amici di famiglia, giungiamo all’appartamento. Il “tipostrano” non ci ha dato la chiave del portone principale; si scoprirà poi che si era dimenticato tutta una serie di cose…
Entriamo grazie alla cortesia di altre persone e pure l’ascensore, per essere utilizzato, necessita di un marchingegno tecnologico che non abbiamo. In qualche modo si combina, e si sale al settimo piano. Ci danno il benvenuto odori sgradevoli, scarafaggi, una stanza lunga e stretta e disordine impossibile. Dopo lo sconforto iniziale, ci si mette al lavoro. Spray insetticida, soda caustica e disinfettante multi-uso sono le nostre armi. Il frigorifero pullula di muffe e cibo scaduto: eliminazione totale. Dopo la seduta spiritica volta a cancellare ogni traccia di demoniaca presenza di sporco e simili, si scende a fare un giro con spesa a seguito: dobbiamo prepararci per il Natale.
La vigilia la si passa un po’ in giro, un po’ a preparare il pranzo del giorno dopo. In velocità qualche prima immagine della città e qualche scatto dal giorno di Natale! Auguri…
E poi è quasi Capodanno, quindi un’altra settimana all’insegna della frenesia e dei negozi traboccanti di gente impazzita, posseduta dagli “sconti fino al settanta per cento”. Mah. Spero vivamente che da Gennaio, finite le feste, questa città offra di più di solo casino, permettetemi il termine, e via-vai frenetico e mondanità, mondanità, mondanità. Lo so, è forse, per alcuni, preoccupante sentire una non ancora trentenne giovane italiana, non cercare luoghi in cui spaccarsi di alcol e feste a go-go, ma è così. E forse è anche colpa di Melbourne che, per qualche mese, mi aveva insegnato a prenderla “easy”, senza correre, tanto si fa tutto comunque. Intanto, ciò che mi irrita maggiormente, è l’assenza di mezzi di trasporto facilmente utilizzabili per gli spostamenti in centro perché le distanze, a differenza di Melbourne, sono alquanto differenti. Dove sono i miei Tram? Dov’è la Metro? …che con la Myki card ti portano ovunque? A Sydney non funziona così. E come allora? Mostratevi a me, ora! Secondo me, per far crescere Sydney, hanno preso un po’ da questa città, un po’ da quella, un po’ così, un po’ colà, e ci hanno piazzato sopra l’Opera House. Oh, bella! Sì, maestosa, ma sappiate, il bianco candido che si scorge dalle fotografie, è un effetto ottico. Il sole la fa sembrare bianca splendente in foto, ma ad occhio nudo, è gialla! Ok dai, giallina. Bene Sydney, hai qualche mese per mostrare il meglio di te, se non lo fai, fallisci. Che estrema? No! Esigente forse sì! Ad ogni modo, la prima settimana in quel di Sydney è giunta al termine, ora attendiamo con ansia la seconda, e vediamo cosa ci offre. See ya mates.