Ad occhi chiusi
Sicuramente la vista è il nostro senso più prepotente, prende il sopravvento senza che noi ce ne accorgiamo, così piano piano disimpariamo a percepire le emozioni della vita con tutti gli altri sensi. Il Natale è fatto di tanta luce, luminarie che cascano giù dagli alberelli rinsecchiti ai bordi delle strade come grappoli d’uva che non daranno mai vino; le luci intermittenti degli alberi nelle case intravisti attraverso le finestre e le tende accostate dove fra un fiocco e una carta rossa si metteranno da parte i conflitti mai sopiti e i brutti ricordi, le colpe mai ammesse e gli amori dimenticati. Le luci negli occhi dei bambini di fronte alle vetrine cariche di offerte e di promesse di momenti di felicità, lo scintillio del mare che verso sera pare vestirsi di scaglie di sirene incantatrici per aiutarti a dimenticare il male che, immancabilmente durante i giorni di festa, si infila sotto al tappeto.
Non vi è spazio per la tristezza, né per il dolore, le brutture della vita non hanno posto nel presepe e i pastori si rifanno il trucco affinché tutti siano felici, perché è Natale. Eppure, non vorrei venire a rompervi le uova nel paniere, a ricordarvi la nostra umana debolezza e finitezza, la nostra paura più grande, che non è tanto quella di non esserci più, quanto quella di esser dimenticati ma, anche alla vigilia dei giorni di festa, dietro i nostri sorrisi si nasconde acquattato in un angolo un dolore, un’ acuta sofferenza, un’ombra sul cuore. Qualcuno decide di farlo proprio in questi giorni e suo malgrado, e nostro malgrado, se ne va, senza aspettar le feste, rinunciando ai brindisi e ai dolci con il miele. Se ne va senza parlarci, senza darci la possibilità di dire quanto siamo stati incapaci di capirci, e quanto ancora abbiamo vissuto cullati nell’illusione di poter litigare e tirarci dietro i piatti o concedere a noi stessi di mettere il muso e darci la libertà di dire”non voglio sentirti né vederti”. Non c’è tempo e le feste non concedono spazio per essere tristi e addolorati.
Non c’è luce dove sei andato, e così fra le luminarie che scintillano provo a chiudere gli occhi perché nel buio io possa vedere i puntini che unirò e che disegneranno il tuo volto, perché sia un Natale di ricordo, ed anche di silenzio, perché sia la festa di tutti coloro che non ci sono più. Per farmi sentire metterò la tua musica.
Dedicato. Musica di accompagnamento Chopin concerto numero 2.