Lo schiaccianoci de “la Classique”, dalla Russia con furore
Napoli a dicembre; il profumo del freddo nelle stradine del centro storico, l’odore delle caldarroste e le sciarpe morbide che pendono dai colli dei passanti. Il Natale ha abbracciato la città della mitologica sirena, è negli scintillii degli incroci affollati, nelle chiese e nelle case. E nel teatro.
Sono arrivati dalla Russia e hanno messo fedelmente in scena uno dei capolavori del balletto dell’Ottocento: lo Schiaccianoci; sono i ballerini del Balletto di Mosca “la Classique”, giovani appassionati delle accademie di ballo di Mosca e San Pietroburgo.
Una scenografia nevosa e ricca di ornamenti al limite del fiabesco quella di Evgeny Melikov per il balletto dall’atmosfera natalizia per eccellenza. È la vigilia di Natale e nel lussuoso salone di casa Stahlbaum si celebra una festa per i due bambini Clara e Fritz, ai piedi di un gigantesco albero addobbato che nel corso della performance, a mezzanotte, diverrà così alto da sfiorare il soffitto e sorprendere la piccola Clara. Così la compagnia introduce lo spettatore nella fiaba, confondendolo fra le giravolte e l’allegria del salone in festa. Con l’arrivo del padrino Drosselmeyer e dei suoi sorprendenti giocattoli meccanici il balletto si fa più intenso e divertito, con i robotici movimenti a scatti di Colombina, Arlecchino e il Saraceno.
Poi per Clara il giocattolo più bello, il celebre Schiaccianoci, dispettosamente rotto dal fratellino Fritz e prontamente riparato dal paziente Drosselmeyer. Al termine della festa gli avvenimenti incalzano: la tormentata insonnia della bimba, il palcoscenico infiammato da luci e ombre, dei minacciosi topi in tutina grigia che sgusciano in scena tra i forti flash, e subito i rigidi soldatini granatieri, ussari e artiglieri prendono vita in una battaglia che si rivelerà essere cruenta.
Il coraggio viene premiato e, con l’aiuto della ciabatta di Clara, lo Schiaccianoci sconfigge il temibile Re dei topi trasformandosi in un meraviglioso principe. Da qui i toni si fanno ancora più fiabeschi, e fra fiocchi di neve ballerini e danze tradizionali tipiche, la festa di colori e ritmi esotici culmina con il celebre Valzer dei fiori e l’intenso Pas a Deux di Clara e lo Schiaccianoci. Momento di pura arte teatrale quest’ultimo, meravigliosamente interpretato da un giovane Alexandr Tarasov e una più che leggiadra Nadejda Ivanova.
Le coreografie di Ivanov e Petipa, amabilmente sposate con la partitura sonora composta da Ĉajkovskij nel 1891, hanno mantenuto intatti i virtuosismi tradizionali del balletto originale. L’attualizzazione si percepisce, invece, nei costumi rinnovati che portano la firma di Elik Melikov e che regalano all’opera un’aurea di magnificenza e lusso composto. In scena al teatro Bellini di Napoli ancora stasera, “Lo Schiaccianoci” incanta il pubblico con sorrisi, mantelli svolazzanti, magie, giocattoli e romantiche nevicate in foreste fiabesche. Il tutto, in soli due atti.