Fare la cacca nel presepe
Vi piacciono i presepi? Sapevate che in Catalogna la statuetta tipica del presepe natalizio fa ridere anche i polli?
Si tratta di un pastorello accovacciato, con un berretto rosso, a volte con la pipa fra le labbra, intento a far la cacca. Già.
E perché vi chiederete voi? Perché si sa, la cacca porta fortuna. Si chiama “el caganer”, non necessita traduzione per noi italiani, e vi giuro che quando al corso di catalano l’insegnante ce l’ha mostrato pensavo avesse bevuto troppa sangria la sera prima e ci stesse prendendo tutti in giro. Oppure che io ne avessi bevuta troppa. Invece no, esiste per davvero. La tradizione prevede terribili sventure per i pudici che decidono di non includerlo nella comunità di gesso dei pastorelli abitanti di Cartapestolandia.
Visto di fronte sembra un pastorello tranquillamente seduto come tanti altri, ma se vi voltate e lo guardate di profilo o da dietro, scoprirete il suo segreto spiazzante. Wikipedia mi dice che le sue origini risalgono al periodo barocco, più o meno intorno al XVII secolo e, un po’ come le celebri statuette napoletane di San Gregorio Armeno, anche el caganer negli anni si è attualizzato prendendo i tratti somatici di Obama, Mafalda, Merkel, Bart Simpon, Monti, Batman, Gandhi, Snoopy, Picasso, Peppa pig, Messi, Doraemon, Dora l’esploratrice e l’immancabile Berlusconi (cosa credevate, che non ci avessero pensato? Sì, come no: la sua statuetta si erge imponente a fianco all’occhialuto Hollande, e con i suoi cinque centimetri e mezzo è uno dei primi a essere riconosciuto e additato dai turisti).
Anche la più alta carica della chiesa cristiana, il papa, è stato immortalato nella creta, intento a defecare; la chiesa all’inizio si era un po’ arrabbiata, poi, accondiscendente, ha scelto la via della tolleranza. Perché rimuovere migliaia di statuine sparse per tutti i mercatini e le botteghe della Catalogna, di Siviglia e di Andorra sarebbe stata un’opera più complessa dell’evangelizzazione di un settimo nuovo continente.
Barcellona trabocca di queste statuette sfacciate che con spavalderia e buffamente accovacciate ti guardano con fare innocente dalle vetrine e dalle bancarelle, tutte in fila una accanto all’altra, senza barriere di tempo e nazionalità.
Ricordate la vergine di Montserrat della quale vi ho parlato qui ? Ecco, hanno fatto un caganer anche di quella, prontamente censurato.
La prima volta che ho visto un caganer mi sono detta “ci deve essere un perché, non è possibile sia solo scaramanzia” e così ho iniziato a chiedere spiegazioni a gente del posto, ai venditori e ad amici catalani. Stranamente la maggior parte continuava a ripetermi si trattasse di tradizioni molto antiche, considerando questo un motivo sufficientemente valido per spillare 15 euro a statuetta…ehm, per propugnare e promuovere i costumi catalani.
Una venditrice mi ha dato una brochure informativa tradotta perfino in italiano, ma nessuno ha esaurito la mia curiosità:“perché la cacca?”. Internet e un vecchietto con i baffi sono stati la chiave del mistero; tenetevi forte, la posa scatologica del pastorello (o politico, o calciatore, o pittore, o SpongeBob) pare avere diverse origini; la prima, quella più palese, richiama la fertilità della terra. Come si dice in catalano: «Menja bé, caga fort!» e tanti auguri per l’anno a venire.
La seconda, consiste nel fatto che ─non mi spiego per quale motivo eh eh─ la maggior parte di noi trovi divertenti i momenti imbarazzanti (degli altri), e quindi: se un pastorello accovacciato fa ridere e diverte, perché non includerlo nel ciurma del presepe, a fianco al calzolaio e al fruttivendolo? Immagino l’artista, il genio del XVII secolo che ha avuto l’illuminazione.
Che stesse forse spiando un amico al bagno? E se si trattasse di perversione scatologica? Oppure è nato tutto per scherzo. Chissà.
Ma la terza interpretazione del perché del caganer è sicuramente la mia preferita. Il pastorello ci ricorda, in un modo a primo impatto fin troppo volgare ma genuinamente e naturalmente verace, che siamo tutti uguali. Ci accovacciamo tutti, al di là dello status sociale, dell’appartenenza etnica o del genere sessuale. Non è esattamente la prima cosa che ho pensato quando ho visto Doraemon-caganer, perché sappiamo tutti che lui è un gatto spaziale, e i gatti spaziali non fanno la cacca. Ma questa è un’eccezione, e in generale la regola si applica abbastanza universalmente.
E quindi perché non comprovare l’uguaglianza della nostra essenza umana a Natale? Perché non celebrare d’altro canto le nostre diversità culturali mediante i mille personaggi diversi nei panni del caganer?
Ricordate, però, che il caganer si colloca in un angolo appartato del presepe, abbastanza e rispettabilmente lontano dalla Natività.
Non importa che sia un potente uomo politico o un semplice pastore: il caganer non ruba la scena e per portare fortuna necessita della propria intimità.