Verità ipotetiche
E di nuovo a leccar ferite! Ma oramai abile e destra. E con maniacale avidità. Come se accettassi, compassata, la punizione. Come se fossero l’unica fonte di sostentamento in un’arida radura assolata. Perché mai non esiste la gestione logica dei sentimenti? Sarebbe molto meno lesivo per l’uomo, e meno ulcerante per le sue membra, gestire con un percorso razionale la fine di uno stralcio di vita più simile ad un sogno che all’approssimazione della vita stessa. Perché mai non esiste pace per le anime in perenne ricerca? Trovare non basta. Trovare rimanda la consapevolezza alla miriade di cose che ancora mancano e per le quali dell’approssimazione non ci si può certo accontentare. Sant’Agostino diceva “cercare è già di per sé trovare“; forse perché nella ricerca c’è lo slancio verso la conoscenza.
Ma poi cosa si cerca con sì tanta bramosìa?!
Ma poi cosa si cerca con sì tanta bramosìa?! L’evento mistico che ci renda abili lettori di inintellegibili disegni? La verità? Esiste forse una verità se non una per ogni uomo che osserva un fenomeno? o che studia una pagina di storia? La verità altro non è che la giustificazione che ognuno di noi rende per un unico fatto. Ma un punto di vista per ciascuno ed ecco che sono in piedi verità innumerevoli, tante quante sono le bocche che le proclamano, quante sono le menti che le disegnano, quante sono le mani che le difendono. L’umanità, il genere umano… tutti concetti declinati al singolare. Forse perché siamo un unico progetto, forse perché nella sua dinamica matematica il mondo ragiona per insiemi, forse perché si tende all’Uno (Uni-verso)… Ma l’umanità è piena di uomini, e uomini che spingono in direzioni opposte, indistintamente, ognuno verso l’appagamento delle proprie brame. Ognuno mosso a giustificazione della verità più opportuna, che lo riallinei con la necessità di benessere. E la mia verità non corrisponde alla sua. Per lui sono strappi salvifici. Ma per me sono ferite. E il sapore è amaro. E la saliva non basta…