Preparativi Natalizi prima della trasferta NewYorkese
Come spesso accade nei telefilm americani, anche per la puntata odierna di C’erO una volta in America, viene omessa la sigla iniziale. Comincia direttamente l’episodio con solo i nomi dei protagonisti, i titoli di apertura e comparse, che appaiono sovra-impressione mentre le scene si susseguono veloci. La colonna sonora della prima tele-racconto-registrazione riporta l’intro di High and Dry dei Radiohead. La chitarra suona, la melodia comincia, e così anche la passeggiata di Lora che, dopo aver inserito gli auricolari che riprendono il pezzo appena menzionato, scende le scale anti-incendio di Buckland in direzione Ciruti Center – Dipartimento di Italiano. E’ venerdì, e ci sono le ragazze che attendono le ore di lettorato con la Teaching Assistant.
La mente dell’Italiana si perde qua e là mentre, per insegnare alle ragazze gli aggettivi e le parti del corpo, lascia che giochino ad “indovina chi?”, il quale, non esistendo concretamente nel raggio di dieci chilometri dal campus, si è pensato bene di costruirlo in cartone, dopo aver stampato delle riproduzioni giganti dei mitici faccioni e ritagliato le forme. Si veda la foto che appare dopo il fermo immagine del cine-racconto. Immagino lo sguardo da incognita dei tele-lettori.
A cosa pensa Lora mentre in sottofondo ci sono le voci delle signorine che giocano “ha la buarba?” “nou, me ha i mustache” “baffi ragazze, i baffi, non i mustache” “ah ok, thanks, grazi” …“tiene gli occhiuti?” “Porta gli occhiali?! – ripetete – “Pourta ii occhialli?” “sì ok dai, può andare” e così via…
New York è dietro la porta ormai. Manca poco e “la grande mela” verrà conquistata, o sarà lei a conquistare Lora? Lo scopriremo nelle prossime puntate. Nel frattempo, per non mancare alle tradizioni che piano piano entrano ad essere parte della vita da collegiale della protagonista, si passerà il week-end a decorare la camera in vista del Natale. Le luci si appendono alle finestre o anche solo ai muri, c’è chi le appende già a Settembre e chi le lascia fino a Maggio, l’importante è “più confusione di colori e oggetti c’è in camera meglio è”. E così sia.
Per far sì che anche l’orsetto bianco salvato dalla lavanderia, abbandonato da qualche meschina o solamente sbadata ragazzina, dimenticato per settimane sopra la lavatrice, abbia il suo momento di gloria in stile natalizio, Lora lo veste con una maglia a tema. Anche qui, fermo immagine in stile “scatto fotografico” sui dettagli di Chuma, l’orso. Chuma, in hindi, significa bacio, per la cronaca. Informazione aggiunta dalla voce fuori campo.
Non bastasse, alla confusione del fine settimana traboccante di pensieri, si aggiunge anche la neve. Dopo un veloce salto fuori dalla residence hall con Madhu, per mangiare fiocchi di neve che volteggiano, Lora pensa bene di passare del tempo spensierato giocando a Djenga, trovato al negozio dell’usato nella vicina Chicopee, Massachusetts, qualche tempo prima, per soli tre dollari. Fermo immagine, click.
La puntata termina con Lora che entra al Post Office carica di doni in pieno stile Babbo Natale, da spedire in Italia per amici e parenti. Doni che ovviamente non sono stati acquistati, o almeno non tutti. Infatti, alcuni sono stati “creati” a mano, altri sono stati “recuperati” dalla mensa, per fare assaggiare a casa le monoporzioni o gli snack americani, che Lora saggiamente “salva”. Un attimo, non si pensi male però! Come recuperati? Questo perché nel budget previsto dai buoni pasto scalati dalla One Card strisciata in cassa, ci stanno non solo primo e secondo ma anche dolcetti e snack che, essendo superflui, si possono tenere da parte e portare in camera pronti per essere consumati o, eventualmente, offerti. La tele-racconto camera sfuma l’immagine della posta e Lora torna sognante perdendosi nella sua mente. Fade to black. Fine episodio.