Salvate il pesce rosso
Ecco, ora voi spiegatemi cosa spinge un essere umano, capace di intendere e volere, ad avere un animale in casa. Fino al cane e al gatto ci posso arrivare. Ma poi? Ho visto in giro, giuro, gente andare a passeggio con un serpente attorcigliato al braccio, a mo’ di bracciale Cavalli style. Il mio ragionamento parte dal concetto che uno è spinto da un sentimento paragonabile all’affetto, a prendere con sé un animale da compagnia. O ne hai troppo e quindi una parte lo riversi su un nuovo soggetto, oppure ne hai poco e ne cerchi un po’.
I cani corrono incontro, i gatti fanno le fusa…tutti gesti tangibili, per carità, di amore e amicizia tra padrone e animale. Ma il pesce rosso? Oggi allora, ho deciso di far partire la mia personale crociata contro la detenzione (legale o illegale) di soggetti anaffettivi o quantomeno “anaffettivi secondo Francesca Pace”. La Giovanna D’Arco “de noantri” (sempre me medesima) vorrebbe sapere chi è stato il primo genio a mettere un pesce in una palla di vetro. Chi è stato il primo a mettere un’ iguana in una teca e chi a mettere un canarino tra quattro fili di metallo. Non ti corrono vicino, non li puoi portare a spasso, non ti fanno le feste. Per quanto mi riguarda, sono alla stregua di soprammobili, con l’unica prerogativa positiva che non devi passarci sopra lo swiffer. E allora perchè nessuno ha deciso di dare una casa piccina e confortevole a formiche rosse e blatte, o che ne so a pantegane e minolli? ( se non sapete cosa sono i minolli dovete rimediare subito n.d.r.) Può essere senz’alcun dubbio che io sbagli..che il pitone che ti “pitoneggia” davanti dia emozione e che il criceto che gira nella ruota esprima gioia e serenità. Convincetemi. Zia Giovanna è qui pronta a sentire tutte le vostre argomentazioni. Mentre io aspetto tutti gli amanti dell’esotico, delle palme di cocco, delle foreste equatoriali e dei reef vi faccio vedere come si fa un orsetto..che nessuno, almeno credo, ancora ha avuto il coraggio di tenere recintato, tra il servizio buono di porcellana e il vaso cinese. Che poi questa allora, per me, è discriminazione.
Comunque veniamo a noi.
Ho preparato tutto ciò che mi occorre: pasta di zucchero marrone più e meno chiaro, pasta di zucchero bianca e pennarello alimentare nero. Ho fatto un cono dalla punta stondata, una pallina grande e tre piccine marrone scuro, una media marrone chiaro e le ho assemblate per farne il capo e il corpo. Con uno strumento a punta (va bene anche un semplice stuzzicadenti) ho fatto delle linee imprecise verticali. Poi, sempre con lo stesso arnese, ho tagliato longitudinalmente il muso e fatto gli occhi. Ancora, ho applicato dei cilindri, anch’essi segnati, per formare le zampe superiori ed inferiori.
Con della pasta di zucchero marrone chiaro ho fatto delle palline piccole e le ho schiacciate sotto le zampe.
Il mio orsetto è destinato ad un bimbo appena nato e quindi l’ho reso più dolce e fanciullesco con un biberon tra le zampe.
Ho adagiato il tutto su una tenera copertina a stile patchwork.
Io preferisco di gran lunga questo, è eterno e non gli devi dare neppure da mangiare.