Quell’amata bugia
Non avrei mai creduto di trovarmi a darti ragione. Nonostante la vita sia ancora qui, tutta da vivere, tutta da scrivere. Nonostante possa, in qualsiasi momento, confutare le mie asserzioni, oggi è un trionfo per la tua verità.
Perché toccarsi solo da lontano, guardarsi senza percepire il peso di uno sguardo, amplificare la capacità dei sensi per poter respirare l’odore della tua immagine, significa rispondere a delle aspettative, che resteranno non tradite. Non è peregrino che un’immagine profumi. E non è suggestione. E’ la somma di stimoli e desideri che dà ad un corpo amato, anche se mai sfiorato, una mente percettiva e consapevole. Se mai saprò che la tua pelle non sa di incenso e agrumi, potrei magari entusiasmarmi di sentirne la brezza dei freddi mari del Nord o le pungenti note di un acerbo mosto o la decisa fragranza delle foglie di tabacco appena raccolte; ma mai si soddisferà la mancata coincidenza tra ciò che volevo e ciò che sei.
Ognuno di noi ha bisogno di una zona franca in cui tutto è come secondo il proprio disegno. Ognuno ha il diritto di sognare e il bisogno di sperare.
E quindi hai ragione: è la virtualità che ci lega, il sapere con certezza, l’un dell’altra, ciò che non è. Parole che inondano fogli. Parole che senza la forma accorta vergata dalla mia mano sarebbero solo fiumi di inchiostro senza una chiara ragione per scorrere.
Sei in ogni albero presente in questa stanza. Pile infinite di libri, una giungla ordinata che ho costruito secondo scelte illogiche e scomposte. Libri che non volevo ma che ho accettato con gratitudine per il mio compleanno. Libri in cui, dentro ogni pagina, c’è ciò che vorrei e che io attribuisco a te senza che tu ne abbia colpa alcuna.
Non voglio conoscerti. Non voglio sapere che hai pensieri tuoi. Ti conosco troppo bene per sapere che non sei tu.