Ti presento un mestiere: gli archivisti, quelle formiche puntigliose e sognatrici
E dopo il programmatore – raccontato QUI – , torniamo al mondo concreto: Daniela N. ci racconta il suo lavoro come archivista. L’archivista è colui che si occupa della gestione della documentazione di archivi storici o contemporanei secondo una metodologia precisa.
Nello specifico, Daniela si occupa di archivi storici, dove rilegge la storia attraverso le sue fonti documentarie dirette. Un lusso per pochi, se gli si dà il giusto valore. Per la sottoscritta, ad esempio, sarebbe invece un tuffo in un mondo di geroglifici.
Ma cosa soddisfa di più Daniela nel suo lavoro?
La possibilità di incontrare persone molto diverse per cultura e saperi, il più delle volte disposte a condividere nuove storie, nuove informazioni, nuovi spunti di riflessione.
Storia personale e storia delle civiltà: cosa cambia, in fondo? Daniela vive in mezzo alle storie, e anche fra documentazioni polverose – così le immaginiamo – vengon fuori storie assurde. Come il caso di una studentessa che voleva consultare la “documentazione fotografica originale ” di un chiesa del 1500, lasciando alla nostra Daniela il dover di deluderla dicendole che ahimé, il 1500 forse era un po’ prematuro per la fotografia.
Che mito si diverte a sfatare l’archivista Daniela?
Il mito secondo cui l’archivista è un lavoro semplice. Al contrario: è complessissimo! Un archivista non sempre sa dove reperire l’informazione che gli viene richiesta. Deve lui stesso in prima persona fare un lavoro di analisi più o meno lungo…e come dico io, avere un certo “fiuto archivistico”.
Ma ci saranno anche degli aspetti che tu stessa non ti aspettavi di trovare, no?
Sì: la grande serenità che mi infonde quando sistemo una pila di documentazione disordinata. In quel momento mi sembra di fare ordine nella confusione del mondo e di ridare voce a cose o persone ormai scomparse da secoli, di ridargli un poco di vita.
Ma la vita mica la sa ridare chiunque, o sbaglio?
Io ho ovviamente scelto questo lavoro per passione, dal momento che i guadagni non sono altissimi. Però lo sceglierei ancora, e ancora e ancora… ed è questa passione che mi ha spinto insieme ad altri liberi professionisti del settore ad aderire ad un’associazione (Archim – archivisti in movimento), volta proprio a tutelare gli interessi lavorativi, economici, e professionali di noi archivisti.
“Noi archivisti”: tutti insieme cosa avete in comune? Quali sono tre aggettivi adatti a rappresentare il tuo lavoro?
Il mio lavoro è analitico, organizzato, profondamente stimolante.
Io mi immagino tante formichine, nient’altro, quando si parla di archivisti. Che prendono, trasportano, impilano meticolosamente.
Ma Daniela ci racconta la sua giornata lavorativa esemplare, come in un estratto di un racconto ottocentesco.
Io ripenso alle biblioteche di Borges, poi la vena più contemporanea e pop mi suggerisce l’Ombra del Vento, poi mi do un nuovo imperativo: cerchiamo di cavarli fuori dalle storie, questi archivisti
Io ripenso alle biblioteche di Borges, poi la vena più contemporanea e pop mi suggerisce l’Ombra del Vento, poi mi do un nuovo imperativo: cerchiamo di cavarli fuori dalle storie, questi archivisti, che già ci stanno tanto dentro loro.
Daniela: una pizza? Una partita a carte? Due passi in una libr…ops, un po’ di shopping? – Ironizzo, cercando di togliere alla giovane archivista quell’alone di mistero letterario che lei e i suoi colleghi non cesseranno – credo – di portarsi appresso. Come d’altronde tutte le professioni che si conoscono poco, ognuna a modo suo.
E tu, Lettore, se vuoi sfatare i falsi miti sul tuo mestiere, se vuoi raccontarti a La Grasse Matinée, scrivi pure alla redazione o a pinguley@hotmail.it : Leyla Khalil sarà lieta di intervistare anche te per la rubrica Ti Racconto un Mestiere!