L’Elfing e il giorno della Convocation
Sigla d’entrata. I nomi dei nuovi personaggi della serie-racconto appaiono in sovraimpressione, e un nuovo episodio ha inizio. La scena si apre con Lora che dalla sua room 217 a Buckland guarda fuori dalla vetrata (sì perché la sua non è una finestra, è una parete di vetro), una delle prime nevi del New England spolvera i vialetti del college. Sono i primi giorni di Novembre. Il Massachusetts è anche questo. Ai residui si sovrapporrà la prossima e poi quella seguente, fino a camminare in sentieri scavati tra muri di neve, almeno fino a Febbraio, poi resta il freddo, e la neve, forse, inizierà a sciogliersi.
Per distrarsi, prima di uscire per la lezione di psicologia, scende al piano di sotto, nella stanza di Madhu, bussa. La tele-racconto-camera inquadra una porta addobbata e caramelle sparse ovunque, un messaggio avverte: “You have been Elfed”, potremmo tradurlo con “sei stata Elfata” , ma anche per le protagoniste, il vero significato di questa parola rimane per ora un mistero. Madhu apre la porta e con un sorriso a quattromilatrecentocinquanta denti dice “Louuura, non sai cosa mi è successo oggi”. Comincia a raccontare. Immaginatevi la scena con la stessa euforia della vittima di questa simpatica pratica di Mount Holyoke:
Per ovviare agli abusi e agli spiacevoli scherzi riservati alle nuove arrivate del primo anno, attorno al 1966, le studentesse di MHC hanno inventato la pratica dell’ Elfing, in cui le ragazze degli anni successivi al primo, dedicano parte del loro tempo a far sentire benvenute le nuove . In un giorno scelto dalle facenti parte al gruppo “supporto”, e mantenendo la loro identità segreta, riempiono le matricole di caramelle, scherzi simpaticamente piacevoli, e piccoli doni di ogni genere. Ad esempio: la prima notte si impacchetta la porta della camera, così, quando l’Elfata si sveglia, aprendo la porta, con sorpresa si trova a rompere la decorazione per poter uscire; poi si procede con un dono o un pensiero al giorno per circa una settimana, il tutto firmato: “il tuo Elfo”, e così via fino all’ultimo giorno, in cui Elfati ed Elfi s’incontrano e quest’ultimi rivelano la loro identità. Nascono così potenziali amicizie, che durano per qualche anno all’interno del College, oppure anche tutta una vita”.
Lora e Madhu sorridono al pensiero di queste tradizioni buffe ma carine. Con un flash-back ci riportano indietro al giorno della Convocazione, altra giornata di festa, tipica della cultura del college che le ospita, in cui il motto è più o meno questo: “più stravagante è, meglio è”.
La scena assume i colori dei film di una volta, con un unico particolare: oltre al bianco e nero di sfondo, ci sono anche quattro colori in evidenza più degli altri: il verde, il rosso, il giallo e il blu. Questi infatti, sono i quattro colori dei quattro anni passati al college. Funzionano a rotazione: Lora, che quest’anno è all’ultimo , è una senior, farà parte del gruppo giallo, capitanato dalla mascotte “La sfinge dorata”. Madhu, al primo è una freshman, fa parte dei pegaso rossi; le studentesse del secondo anno, le sophomore, sono del grifone verde e quelle del terzo, le junior, sono del leone blu. No, non è come in Harry Potter, ma lo ricorda vagamente.
La parte di questo episodio che trasmette “Il giorno della Convocation” è cominciato: un orda di giovani ragazze vestite, anzi addobbate, con i loro colori prestabiliti, escono a ondate dalle Residence Hall in direzione del forum, l’anfiteatro al centro del campus che ospita rappresentazioni teatrali, comizi, festeggiamenti e ricorrenze come la convocazione e cerimonia di laurea (Graduation). I sentieri del Mount Holyoke college, sotto il sole di Settembre, sembrano le strade di Viareggio o di Venezia (data l’origine della sottoscritta): traboccanti di colori con rappresentazioni in cartone, cartapesta, fiocchi, scritte e cori di ogni sorta, pare di essere in un carnevale fuori stagione. Le Senior di quest’anno, come me e Silvia, si ritrovano al Blanchard Center per la riunione pre-cerimonia, con colazione gentilmente offerta dalla “President” del College, Lynn Pasquerella, filosofa, che termina il suo discorso di introduzione con:
“So, go behave like free spirits in the face of fate, be mindful of the ways in which you are contributing to this mystic unity of which we are a part”. (Andate, comportatevi come spiriti liberi di fronte al destino, siate coscienti dei modi in cui state contribuendo alla mistica unione di cui siete parte.)
Dalle gradinate si alzano urla, risate, inni e… l’immancabile ola. Se non si è parte dell’atmosfera che migliaia di ragazze riescono a creare quando formano un’unione, (fittizia o meno, in quel momento poco importa) è difficile comprendere l’energia che viene sprigionata, soprattutto in ambienti come gli Stati Uniti, dove si sa che la folla è facilmente aizzabile dalle voci e dall’incalzare tattico delle parole dei leader. Per le studentesse internazionali è ancora più trascinante e coinvolgente. In una giornata di emozioni contrastanti, date dalla fredda neve versus il calore dell’Elfin, non poteva mancare il ricordo di una giornata memorabile, a completare il carico di energia per affrontare le ore di lezione a seguire.
La puntata di oggi termina con il coro, che sfuma in sigla finale, con cui si chiude la cerimonia della Convocation, l’Alma Mater (a cui seguirà, in chiave tipicamente anticonformista mountholyokiana, l’anti-alma mater):
Mount Holyoke forever shall beeeee, Mount Holyoke forever shall beee.