La signora senza il cagnolino e le piccole virtù
La signora non si ritiene una donna d’altri tempi, non nel senso negativo ma neanche in quello positivo se casomai ce ne fosse, la signora sa utilizzare bene gli strumenti tecnologici, lo smartphone, la messaggeria istantanea, i social media, il Bimbi e il micro-onde – e dice all’occorrenza anche qualche parolaccia mista a termini gergali giovanili. “Spaccato a merda”, “uscire con quella”, “fegot” per dire rispettivamente se uno è ubriaco, ha pomiciato – termine desueto dagli anni ‘80 – oppure è un po’ tardo e tordo. Insomma è ben inserita nel contesto qualunque esso sia, fa della liquidità baumaniana un’arte, si adegua camaleonticamente agli più svariati gruppi sociali, soprattutto i ragazzi.
(…) Resta di stucco quando uno si ferma con l’auto sulle strisce e le fa cenno con il capo di passare tranquilla (…)
Dice come le dico queste cose tristi ad un figlio? Le piccole virtù d’accordo non serve insegnarle ma le grandi almeno ci dite come fare? La signora non è di quelle che partono da cose grosse, tipo andare a Lourdes e poi raccontare che hanno aiutato i malati a bagnarsi, quelle belle della città che poi gli altri giorni son impegnate nell’abbinamento dei colori e negli ordini da impartire alla coppia di camerieri – perché queste signore sì li prendono sempre in coppia, è bello circondarsi di persone felici e sorridenti nella propria casa.
La signora senza il cagnolino non è brava a far opere forti di carità e non sa come insegnare le grandi virtù. Però è molto sensibile alla gentilezza e le piace provare a ricambiare con un sorriso o un gesto gentile, almeno una volta al giorno, con un estraneo sul proprio cammino. Resta di stucco quando uno si ferma con l’auto sulle strisce e le fa cenno con il capo di passare tranquilla, oppure se le aprono le porte dell’ascensore, o se le dicono buongiorno incrociandola per le scale, o se il ragazzo che chiede l’ elemosina fuori il supermercato la riconosce e le sorride dicendole”grazie signora”. Potrebbe partire dalla gentilezza, quella fatta di gesti semplici del nostro quotidiano, quella forte dell’idea che siamo tutti nella stessa direzione, chi prima e chi dopo, chi a piedi di corsa e chi col bastone. La gentilezza degli spiriti semplici, quelli che non raccontano in giro, ma glielo leggi negli occhi che alla facilità dello sgarbo o della scaltrezza lesta preferiscono cedere il passo a chi va più piano, tanto poi ci si ritrova tutti là, a bere del whiskey al Roxy bar….
Ci ha pensato tutto il giorno la signora, a come spiegarlo ai figli, fino a quando uscendo dal palazzo non ha visto suo figlio quindicenne, di quelli che vivono sempre distratti con le cuffie nelle orecchie, mantenere il portone pesante per far entrare il donnone dell’ultimo piano, quella col bastone, quella signora d’altri tempi, che non si è voltata neppure a dire grazie.