Hello (bye bye) Kitty
No dico! …vi rendete conto che Hello Kitty è il personaggio più famoso di una delle più importanti industrie produttrici giapponesi?? Una gattina tutta bianca con un fiocco sull’orecchio e senza nemmeno la bocca è più celebre della coppia Jolie/Pitt, tanto per dirne una. C’è chi la ama e chi la odia. Io la odio… e non per il miliardo di dollari fatturato all’anno grazie al merchandising, ma perché un giorno al supermercato ho trovato la sua faccina appiccicata sulle confezioni di un prodotto che a noi donne serve una volta al mese… sì, avete capito. Gli assorbenti con la faccia di Hello Kitty. Ho deciso allora dentro me stessa di boicottarla per sempre. Altro che Mariah Carey, lei ne ha fatto il suo status symbol, ma si può?? Una gatta status symbol di un usignolo! Ma i gatti non li mangiavano, gli uccellini? E no! In questo caso no! Perché la tenera e dolce Kitty è priva di bocca (l’avevate rimosso vero??)! In un’intervista, la “mamma” di Kitty, Yuko Yamaguchi, ha chiarito il motivo del design senza bocca della gattina: “È per far sì che coloro che guardano, possano proiettare su di lei i propri sentimenti. Kitty sembra felice quando la gente è felice; sembra triste quando la gente è triste. Se avesse una bocca avrebbe un’espressione e nessuno potrebbe rintracciare in lei il proprio stato d’animo, quindi ho preferito non disegnargliela”. Guardate: mi potrei intenerire e tornare sui miei passi e resettare il giorno al supermercato se solo credessi alla leggenda che narra che Hello Kitty sia stata disegnata da una bambina muta, e per questo sarebbe senza bocca. Ma le leggende sono leggende e finché non mi portano carte certificate continuo ad odiarla. Però alle bimbe piace. E la torta che sto per raccontarvi ha lei come protagonista. Lei, schiacciata. Da un camion. Scherzo, questa tecnica “schiacciata” si chiama 2D. Vediamo come si fa: Su un foglio di carta da forno ho tracciato le linee delle gattastra. Poi ho steso un panetto di pasta di zucchero bianca e con uno strumento dalla punta arrotondata, che può essere sostituito anche da un semplice stuzzicadenti, senza spingere troppo, ho segnato il profilo del disegno sulla pasta. Fatto questo, ho alzato il foglio e con un bisturi ho eliminato la parte in eccesso. Il procedimento va ripetuto per ogni singola parte del disegno, usando via via colori diversi in base alle esigenze.
Man mano ho aggiunto i particolari e creato, unito, costruito il tutto, un pezzettino alla volta, pian piano e senza fretta.
Una volta terminata, l’ho montata su una torta dal fondo rosa, abbellendo il tutto col nome della piccina e tanti fiori e farfalline.
Ahimè quanto avrei voluto presenziare al taglio della torta…
p.s.: In realtà anche il guardaroba di mia figlia “duenne” contribuisce a quel miliardo di dollari di fatturato, ma non ditelo a nessuno!
Alla prossima!
RICAPITOLANDO: