A teatro si cresce. Scena sensibile, l’incanto del Regno di Oz
Prendete un teatro. Eliminate il proscenio, abbattete gli spalti. Anzi, tutto l’edificio. Collocatelo all’aria aperta, rivolgetelo ai bambini. Inscenate una storia per loro, di quelle d’una volta, che hanno una morale. Che per esempio spesse volte le cose che cerchiamo le possediamo già, e per trovarle basterebbe scrutare meglio dentro di noi, come insegna L. Frank Baum ne “Il meraviglioso mago di Oz”, dove uno spaventapasseri in cerca d’un cervello, un leone che vorrebbe avere più coraggio, e un uomo di latta che desidererebbe avere un cuore per poter amare accompagnano Dorothy, bambina trascinata da un tornado nel lontano regno di Oz, alla ricerca del famigerato mago che di quel mondo incantato è padrone, con lo scopo di indurlo a conceder loro, per magia, quel che vorrebbero. Ma accorgendosi però, lungo il travagliato percorso, di possedere già le qualità che desiderano, dentro se stessi: mancava solo il pretesto perché venissero a galla.
Tutto questo e molto altro, messo in scena innanzi a un pubblico di bambini, nella bucolica cornice del magnifico Orto Botanico di Napoli, nell’ambito de “La scena sensibile”, serie di rappresentazioni dirette da Giovanna Facciolo per la compagnia “I teatrini”.
In scena con gli attori sarà difficile non sentirsi parte della scena e, specie per i bambini, praticamente impossibile non interagire con loro, inseguendoli per i sentieri lungo il percorso itinerante della rappresentazione, che di tappa in tappa svolge le fila del discorso, con naturalezza ed emotività che non possono lasciare indifferenti.
Si sovvertono così alcune regole d’oro del fare teatro, infrangendone gli schemi e portando la rappresentazione tra il pubblico, alla ricerca di un contatto intimo con gli astanti, che sentendosi parte del discorso saranno coinvolti nelle tessere della scena narrata con partecipazione inconsueta, specie per la loro età.
I piccoli avranno pertanto modo di sperimentare il teatro e innamorarsi di questa forma d’arte avvertendone solamente il meglio, lontano dalle costrizioni solitamente imposte dal binomio proscenio – platea, che renderebbero lo spettacolo distante e noioso, e specialmente innaturale per un’età fatta di spensieratezza, e capace di tendere l’attenzione soltanto verso ciò che l’attenzione maggiormente attrae; e così non sarà loro vietato, lungo il percorso, gettar le briciole ai pesci rossi, odorare un fiore, o dissetarsi alla fontanella, riprendendo subito dopo il filo del discorso dipanato da una storia leggera e particolarmente accessibile, perché d’improvviso riattratti ad essa dal magnifico stupore provocato dall’incontro ravvicinato con leoni fantoccio, uomini di latta e streghe d’ogni punto cardinale, che non si faranno pregare, tra una tappa e la successiva, d’interagire con loro, nell’ambito d’un format che prevede, ad ampie dosi, e fors’anche necessariamente, degli spazi riservati all’improvvisazione.
“In questo spettacolo”, spiega Giovanna Facciolo, “i ragazzi si fanno partecipi di un percorso di crescita. Si parte con la mancanza di qualcosa, che spinge i protagonisti a cercare, a ritrovare o a conquistare parti di sé, che si riveleranno importanti per sentirsi un po’ più felici. E per far questo bisogna camminare, muoversi tra le piante, inciampare sui ciottoli, pungersi coi cespugli. In un certo senso, metaforicamente, bisogna crescere, ed uscire dall’Orto un po’ più grandi di prima”.
“La scena sensibile” ci aspetta ancora, con Adele Amato de Serpis, Alessandro Esposito, Monica Costigliola e Valentina Carbonara, ad interpretare ancora, tra i sentieri dell’Orto di Napoli, “Gli alberi di Pinocchio” (da Collodi, il 19 e 20 ottobre), “Il Magico Pifferaio” (dai fratelli Grimm, il 26 e 27 ottobre), “Con le ali di Peter” (da J. M. Barrie, il 2 e 3 novembre), con la medesima passione, in un percorso non fine a se stesso, che prevede tra i suoi esiti un lieve invito alla riflessione, e che coltiva l’illusoria ambizione di poter contribuire per mezzo dell’arte, nel breve volgere di qualche ora, alla formazione interiore dell’abito morale dei giovanissimi spettatori.
Se potete, fateci un salto, ne sarete certamente entusiasti.
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