aurora
aurora è entrata nella tua vita presto avevi pochi anni
ti ricordi era mattino la luce riempiva
senza che nessuno glielo avesse chiesto
riempiva l’ossigeno le sue particelle entrambe le faceva brillare
come quando cade un quadro hai capito lo hai fatto finalmente
hai capito che non era più proprio il caso no davvero non era il caso
la tua mano quella destra correndo su radio ulna omero clavicola vertebra vertebra vertebra vertebra vertebra vertebra vertebra ossa temporali osso occipitale osso parietale cervello ha chiesto alla testa un impulso piccolo un piccolo impulso nervoso
non che la mano fosse nervosa ma in effetti lo è lo era almeno
così si è posata
lo ha fatto perché la testa ha detto va bene
si è posata sui sensi tutti i famosi cinque forse qualcuno di più
hai smesso di vedere hai aperto gli occhi non lo so non lo sai
ancora è poco chiaro a tutti figurarsi se può essere chiaro a te che hai smesso di vedere che hai aperto gli occhi
sta il fatto che aurora era finalmente dentro lasciando non un indizio non un perché ma c’era era lì era dentro e tu avevi pochi anni forse troppi
è la prima volta che per dire ti serve il giorno
la notte ha cambiato pelle non è negra non più la notte significa concedere ora che hai smesso di vedere che hai aperto gli occhi
tutto si rivela sotto un senso primo un senso prima prima del senso
ma non è meraviglioso adesso che aurora è entrata nella tua vita
aurora aurora aurora aurora aurora aurora aurora
non è meraviglioso dimmi non lo è forse così inatteso così felino
un gatto sornione che ti passeggia sulla ringhiera dei ricordi
hai aperto gli occhi hai smesso di vedere finalmente non parli più
dici ancora certo ma non parli non hai niente di cui parlare solo una vita da dire una parola da fare viaggiare da infilzare
lento come un’aurora l’ordine si è spanso sul tavolo nei cassetti dentro l’armadio sotto le scarpe dentro le dita poggiato ai capelli
un quadrato immenso un quadro
è la cornice che genera l’infinito l’arte la storia
l’uomo è figlio dei segmenti
guarda finalmente e dimmi come ti senti
lascia tutto e dimmi come ti senti
non lo dirò a nessuno
non lo dirà nessuno perché nessuno dice mai niente sanno solo parlare
di che avevi paura
servono le nuvole per capire cos’è il cielo ma solo adesso lo vedi solo ora che hai chiuso gli occhi
avevi disimparato a guardare quando bastava alzare le palpebre aprire gli occhi
le mani color cancrena per stringere forte il senso che ti teneva appeso
fortuna che aurora è entrata nella tua vita davvero
era mattino ricordi e tu avevi pochi anni
è entrata camminando piano sulle note di quella canzone che ami tanto quella che ti fa i capelli biondi
ed era semplice tanto quanto non sapevi accettare
perché ti facevano paura le linee che potevi toccare col dito
quello della mano destra
aurora così bella così vera l’unica parola che abbia senso
aurora i capelli puliti gli occhi all’ingiù che se li guardi al contrario sorridono e tu avevi paura dei segmenti
aurora è entrata camminando in equilibrio piano sopra una linea che si chiama AB che si chiama zerouno
l’alito che profuma di passi lenti
e tu che guardavi dentro stando fuori credendo di guardare fuori invece di guardare fuori amando restare dentro che poi è lo stesso di stare fuori forse meglio
ti vedi adesso tu e aurora all’inizio di questo viaggio
dove andate new york paris london mosca milano roma
il mondo improvvisamente prelibato
la gioia nel forno lievita in modo naturale
niente additivi finalmente niente additivi da quanto lo rincorrevi sembrava impossibile
guarda questo quadro adesso
la macchina al lavaggio come ti pare
sembrava impossibile anche questo
zerouno l’onicofagia
non hai smesso ma va meglio mi pare sì decisamente
aurora è sulla soglia
sulle spalle uno zaino pieno di storia inconsapevole una lingua diversa perché sempre uguale e un pugno di segmenti quelli sempre
conviene portarne un po’ sempre con sé
finalmente tieni in mano
quella destra che non è più in cancrena
reggi un foglio pieno di lettere parole forme alfabeti e tanto altro che importa poco perché finalmente sai leggere gli spazi bianchi fra le linee
quelle che per fortuna ci sono
linee che si chiamano AB che si chiamano zerouno
l’inchiostro alto e lungo suggerisce la tridimensionalità del bianco dello spazio
aurora sta in una mano mentre sul mondo
quello intero che si chiama anche lui AB zerouno
sul mondo la sera smette di essere negra e aurora sta in una mano
aurora
che bella sa dire anche le parolacce mentre tu ne dici un po’ meno forse un po’ di più
sono quelle che hanno lo stesso odore dello spazio bianco
zerouno AB guidi sei strada sei automobile e anche il cambio con le marce d’oro ha un alito che profuma di passi lenti
aurora
nel seno il latte del mondo nel seno gli spazi bianchi
come quando cade un quadro la notte non è più negra e per dire ti serve il giorno ti serve il sole
il sole
aurora sta in braccio
il suo sesso infinito irradia il tuo plesso solare
si spande una luce enorme calda e ti cammina dentro piano
sulle note di quella canzone che ami tanto e che ti fa i capelli biondi
just a little light of love
aurora è entrata nella tua vita
hai l’età del mondo