Non perdete il brunch della domenica!
Sigla con premessa. E’ un peccato che in questo cine-racconto non sia possibile sentire il gusto o semplicemente apprezzare i profumi di quelle pietanze che fanno da protagoniste di questo episodio; ma cercheremo di rendere l’idea in modo da pregustare il tutto prima di una potenziale, futura, conferma sul campo.
Musica. Scena prima. Il nostro schermo virtuale ci mostra le ragazze che il sabato sera, stanche dalla settimana di studio e molto probabilmente da un venerdì passato a fare bagordi, si preparano per andare a dormire con ancora un pizzico di energia destinato all’evento del giorno dopo. Aspettare la domenica mattina è una pratica ormai consolidata che non pesa, anzi, è quasi una necessità per fare il carico di tutto ciò che si dimostrerà utile dalla settimana successiva, calorie incluse. Il brunch della domenica a Mount Holyoke è un evento tanto atteso quanto apprezzato da qualsiasi persona sia riuscita a soggiornare nel campus fino al fine settimana.
Scena successiva: le porte delle camere delle Residence Hall si chiudono; si riaprono quelle grandi e doppie, spesso con vetrate, delle sale da pranzo locate solitamente al piano terra. Sunday Morning non è solo la colonna sonora scelta per il momento catartico in arrivo, (quella dei Velvet Underground è la suoneria della mia sveglia della Domenica, per l’appunto) ma uno status quo per ogni settimo giorno della settimana. Piccolo inserto in stile parodia: “In che mood sei oggi bro? Ah, sono Sunday morning bello. Yeah” E giù di brunch, letteralmente, l’unione di breakfast – colazione e lunch – pranzo; in sintesi: una vera e propria abbuffata. Olè! Dalle dieci e mezza/undici alle tredici/tredici e trenta. Non-stop.
L’attenzione si focalizza sulle tavole imbandite e le lunghe file di studenti, amici sopraggiunti per l’occasione, parenti e conoscenti che ordinatamente si sistemano uno dietro l’altro dopo aver afferrato l’ultimo piatto, partendo dal basso, dalla pila di stoviglie presenti ai lati esterni delle tavole del buffet.
La tradizione vuole che ogni dining hall (sala da pranzo della residence hall) aperta alla domenica per il brunch, abbia il suo piatto speciale, così che gli studenti possano scegliere ogni volta il loro piatto preferito spostandosi da un edificio all’altro e provando gusti e sapori diversi. Buckland, la migliore, (non perché sia quella dove risiede Lora) è quella dedicata alle crèpes, dolci o salate, cotte sul momento dai cuochi esperti, al centro della sala su fornelli sistemati appositamente per l’occasione; i golosissimi waffles li troviamo a Ham-MacGregor dove risiede Silvia, altra nuova compagna di avventure e collega, nonché amica, che si lamenta del ben di Dio offertoci ogni volta da questo college perché, dice, abbia contribuito ai due chili guadagnati nel periodo di studio americano (Silvia?! Ma… no!). A Prospect, ci aspettano le omelette con tutte le salse e tutte le aggiunte possibili ed immaginabili, mentre Wilder, oh Wilder, ci coccola con i super-mega-spazialmente-buonissimi pancake.
Forse però non ci siamo spiegati bene: tutti questi cavalli di battaglia dei cuochi locali, certo, vengono preparati a tema per ogni residence hall, e si trovano al centro della sala, uno per ogni edificio, ma tutti gli altri della serie “prelibatezze culinarie uno” non possono certo mancare nella lista del menu di OGNI residence hall. Ecco spiegato perché la tele-racconto camera si sofferma sul buffet che trabocca di tutto quello accennato poco sopra, più tutta una lunga sfilza di dessert, primi e secondi piatti, salsicce, uova strapazzate, bacon, muffin, mousse, creme, torte, dolcetti, frutta, verdura, pane alla banana, pane al formaggio, pizzette, burro, marmellate, cereali, latte, tè, caffè, succhi di frutta, cioccolata calda…Oops. Credo che il tele-racconto cameraman sia svenuto per eccesso di acquolina. Scusate. Riprenderemo fra qualche istante.
Dicevamo… una puntata tutta dedicata a mille profumi, centinaia di fragranze di ogni genere, per carnivori, vegetariani, vegani e salutisti o junkfood-isti (il junk food è il cibo spazzatura per capirci), e dati i limiti tecnici della lettura, il minimo che possiamo fare, è offrire immagini per la fantasia che andrà a lavorare sul nostro intelletto per risvegliare sensazioni e voglie solleticandoci il palato. La puntata di oggi finisce con una carrellata di immagini offerte per il vostro puro piacere sensoriale. L’America è anche questo, a volte. Mount Holyoke lo è di sicuro.
Evviva! Evviva il brunch della domenica. Siglaaaa…