La signora senza il cagnolino e le cartoline
La nostalgia ha la forma di un piccolo cartoncino con una fotografia, un disegno, una vignetta, ha i contorni di un tempo passato che mai più tornerà, la nostalgia ha il sapore di una grafia incerta, dei minuti spesi a decifrare, a chiedersi chi sarà mai? Dove è andato a passare le vacanze?
L’amico che si ricorda di te, l’amico che ti scrive da una parte di mondo che forse ha già lasciato alle sue spalle nel momento in cui leggi.
Cartoline dalla città dove vive, scritte soltanto per trovare una scusa per farti sapere che ti ha pensato. Timbri portano il segno dei polpastrelli di qualcuno che lavorando ha visto passare sotto le sue mani immagini diverse, panorami esotici, città d’arte, alberi a picco sul mare, vignette spiritose, frasi d’amore.
Un mondo aperto a tutti, non c’era segreto nelle cartoline, tutto era leggibile e visibile, eppure non esisteva nulla di più personalizzato e specifico di una cartolina illustrata.
Il primo passo era sceglierla, l’espositore girevole in tabaccheria o nel piccolo emporio, o nel negozio di souvenir, l’incertezza fra questa e quella, dopo svariate possibilità ne restavano sempre due, come le risposte dei quiz, due a gareggiare una accanto all’altra. Località marina o piazza amena della città d’arte? Cosa volevamo comunicare al destinatario? La scelta dell’immagine e del tipo di cartolina era già una parte della comunicazione, tutti noi leccavamo il francobollo, fregandocene dell’igiene, nell’indirizzo mancava sempre qualcosa, il CAP non era mai quello giusto.
La signora qualche volta ha ricevuto cartoline con indirizzi monchi, scritti in modo sgangherato, con la grafia incomprensibile ma anche i postini erano diversi, coglievano al volo, e ti conoscevano con tutta la tua famiglia, anche nelle grandi città.
Le cartoline erano tappeti volanti, univano persone lontane, rinsaldavano amicizie traballanti e avvicinavano gli amori dimenticati. La signora senza il cagnolino una volta era sulla pista di pattinaggio con sua sorella che sapeva pattinare davvero bene, erano due ragazzine, la signora cascava e rideva, poi scorreva con le mani lungo il parapetto della pista e guardava sua sorella al centro, piegata sulle gambe e quasi stesa a sfiorare il pavimento, faceva una figura che si chiamava “la morte del cigno”. Fu allora che il fotografo nel paese di montagna scattò una foto: la pattinatrice al centro e la piccola signora sui bordi. Dopo qualche giorno nel negozio del tabaccaio nella piazza comparvero una sfilza di cartoline nell’espositore: la pista di pattinaggio e le due ragazzine. Ora avrebbero potuto girare per il mondo, la signora e sua sorella con i pattini, potevano arrivare ovunque e portare saluti e baci anche agli indirizzi più strampalati, erano due cartoline.