Furto 60 – Variabili
Si vive di istinti e di istanti, scrivevano. Io aggiungo che si vive anche di variabili e di rotture di cazzo.
Oggi devo comprare una marca da bollo.
Vado da Franco, al tabacchi.
Entro. Non c’è nessuno.
Mi accorgo che sulla porta aperta c’è affisso un foglio con su scritto “Torno subito, aspettate”.
Eccallà, variabile involontaria.
Ricordo, da piccolo, avrò avuto al massimo tre anni o poco meno, io e mia madre eravamo seduti all’interno di una grande stanza con le pareti celesti, utilizzata dalle suore del paese per eventi importanti, anche per le recite scolastiche degli allievi. Quell’anno toccava a mia sorella esibirsi, era il suo ultimo anno di asilo.
Ricordo la danza che stavano eseguendo, riesco ancora a canticchiarne il motivetto
“Questa è la danza delle note, ognuna ha un suono ognuna ha un colore, insieme formiamo la melodia…”, non finisce qui, ma non riesco proprio a farmela venire in mente.
Alla fine della canzone e del balletto mia sorella e le sue compagne si sono prese per mano e hanno iniziato a volteggiare in cerchio. Si stavano avviando verso la fine.
Quant’erano carine. Tutte sorridenti.
E quel motivetto era stranamente attraente, una cosa imbambolante che manco l’hashish nel deserto di Merzouga, paragonabile solo alle canzoni dei Ricchi e Poveri.
A un certo punto vidi mia sorella inciampare e perdere una scarpa.
Lei, perfezionista fin da bambina, non ebbe l’istinto di continuare e far passare l’accaduto indisturbato, forse avrebbe potuto togliere anche l’altra, fare una piroetta e un inchino, o semplicemente smadonnare, che a un evento di suore sarebbe stata una cosa ricordata nei secoli dei secoli.
Bloccò il cerchio, e tenendo salde le mani alle sue compagne, iniziò a contorcere il piede in modo da farlo entrare nella scarpa. Ma la scarpa, stronza, non ne volle sapere.
Fu terribile vederla girarsi verso me e mia madre, guardarci con l’aria delusa, come se tutte le acrobazie da giovane danzatrice fatte fino a quel momento fossero cadute improvvisamente nel dimenticatoio. Come se tutto l’impegno delle settimane precedenti fosse andato a farsi benedire per colpa di quella scarpastronza che non voleva che il piede la indossasse di nuovo.
Una variabile improvvisa arriva sempre, è statistico. Mia sorella lo sa bene.
Il segreto è come affrontarla.
Capire in che modo si può evitare che la variabile secondaria indipendente involontaria diventi irrimediabilmente l’unica, la variabile annullatrice.
La variabile annullatrice.
E non te lo insegna nessuno come affrontarla, ti pare. Devi cercare una soluzione tu, solo tu.
E non è facile.
Non è facile vivere con la perenne inquietudine che una variabile si metta sulla tua strada, che la variabile x del giorno y faccia diventare il giorno y un giorno xy. E doveva solo essere un giorno y, doveva essere semplicemente uno stramaledettissimo giorno y.
È tutta colpa di Franco, e delle marche da bollo.
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