Furto 54 – Aprite le tende
Oggi mio padre mi ha spiegato come funzionano le tende elettriche. Io le ho chiuse, e il telecomando si è scaricato. Si è scaricato e ha lasciato le tende chiuse.
Viviamo in uno stato in cui una persona transessuale viene declassata sul posto di lavoro, giudicata da chi invece dovrebbe tutelarla e decide di ammazzarsi dandosi fuoco. Uno stato che permette a spacciatori di farsi o di vendere merda in pieno giorno a chiunque passi da una piazza popolata anche da bambini, con camionette di militari a vigilare facendo finta di niente. Uno stato che, dopo 3 anni di pandemia, vende con tono trionfale un rinnovo contrattuale con aumenti di 70 euro lordi al mese, lordi, lordi come lo schifo che mi fate, tronfio altro che trionfale. Uno stato che ammazza la cultura, non sostiene il teatro, uno stato in cui la scuola è diventata burocrazia, carte da firmare, in cui non si può bocciare altrimenti il valore dell’istituto cala e arrivano meno fondi, in cui gli insegnanti non possono sfruttare il loro infinito potenziale perché no, perché non si può, perché funziona così, perché siamo numeri, oltre che imbecilli e ignoranti. Uno stato in cui se sei frocio non ti puoi sposare, ma ti puoi unire civilmente senza obbligo di fedeltà, perché giustamente è meglio specificare che c’è sempre qualcosa di sbagliato nelle cose, come se non bastassero già i turbamenti personali. Uno stato in cui se proprio ci sai fare, se sei uno che se la sa sbrogliare, puoi campare di sussidi e arrotondare in nero, così ti puoi permettere una bella macchina da 90mila euro e fari u spacchiusu. Uno stato in cui per fare un pieno alla macchina devi stare con l’ansia, che quei soldi forse ti servono per pagare le bollette triplicate della luce, o quelle del gas, o il bollo, o ogni nuova coppola del cazzo che vi inventate per farci pagare qualcosa. Uno stato in cui per avere un tetto sopra la testa ti devi fare un mutuo che riuscirai ad estinguere quando sarai chiuso in qualche casa di riposo con la merda appiccicata al culo perché ormai non ragioni più, e nel frattempo avrai avuto una vita che non si chiama vita perché la rata ti mangiava mezzo stipendio. E tutto questo mi fa schifo, mi fa schifo. E mi fa schifo questo senso di assoluta rassegnazione che piano piano si sta insinuando anche dentro di me.
Per favore aprite le tende.