Il parco come ricovero
Ogni tanto sento la necessità di andare a rifugiarmi nel verde, provo il desiderio di camminare fra piante e alberi, di sentire il canto dei grilli, e di sedermi a osservare le fronde degli alberi al vento. L’Abruzzo è una regione che amo, offre tantissimo da vedere, sia in termini paesaggistici sia per i piccoli borghi ricchi di cultura e di bellezza autentica.
Pescasseroli è uno dei piccoli centri che vado a visitare più spesso quando sono nella regione, il suo nome deriva dal latino Pesculum Serulae, cioè roccia sorgente a picco. La parte più antica del borgo di Pescasseroli si trova ai piedi dello sperone roccioso “pesco”, su cui si trovano i resti del Castel Mancino.
È detta anche capitale del Parco Nazionale d’Abruzzo, si trova in provincia dell’Aquila ed è perfetta da visitare sia in inverno che in estate. Giorni fa in una giornata di sole e nuvole sono andata a visitare il piccolo centro faunistico del paese, era da tempo che desideravo farlo. Un gentile guardiaparco ci ha accolti e ci ha fatto una breve premessa sulla nascita e la gestione dell’oasi e sulla sua storia, nonché sulla sua importantissima funzione di “ricovero”. Cosa significa lo spiegherò meglio. Gli animali portati qui non verranno mai reintrodotti nell’habitat naturale in quanto non riuscirebbero a sopravvivere. Qualche anno fa sono stati trovati tre orsi europei, arrivati dalla Lituania, ritrovati nel 2019 in una struttura inadeguata e fatiscente per essere utilizzati in spettacoli circensi, una pratica purtroppo molto diffusa nei paesi baltici e nei Balcani. Gli orsi, che si badi bene non sono marsicani, sono stati chiamati Greta, Nita e Bruno, a tutt’oggi viventi sono solo Nita e Bruno. Una sinergia di varie associazioni ha potuto effettuare quest’operazione di salvataggio degli orsi per portarli nel ricovero, e noi ne siamo ben lieti. Altri animali presenti nell’oasi hanno trascorso tanti anni in cattività, oppure hanno subito gravi incidenti che hanno compromesso l’autosufficienza e per questo motivo non potrebbero mai essere liberati. Nel parco Nazionale invece possiamo trovare liberi lupi che arrivano fino in Olanda, muovendosi di continuo perché alla ricerca di prede. A sua differenza l’orso marsicano è un animale più sedentario, resta nei pressi di zone dove sa di poter trovare piante e frutti per mangiare e sfamare i cuccioli. Quando gli orsi salgono in quota a mangiare li si osserva per fare una stima approssimativa del numero e poterli tenere così sotto monitoraggio. Il lavoro di tutti coloro che collaborano con l’Ente parco è immenso, Noi possiamo contribuire portando i piccoli visitatori, facendo donazioni, ma soprattutto entrando sempre in punta di piedi nell’habitat naturale in cui siamo ospiti momentanei.