Lettura n. 41 La Mano di George Simenon
Nelle storie di George Simenon c’è sempre un momento che fa da spartiacque nella vita dei protagonisti, un prima e dopo che definisce il destino delle persone coinvolte negli eventi.
Come nella vita, tutto sommato potremmo individuare spesso un momento che separa il prima dal dopo, qui accade qualcosa di tragico nella vita di Donald, il protagonista, voce narrante.
Siamo a Brentwood, nel Connecticut, un luogo tranquillo, non è New York, perché Donald, un valente avvocato, ha sempre desiderato una vita sistemata, con tutte le cose al posto giusto, senza scossoni, ha sempre vissuto la sua esistenza con la moglie Isabel accanto, nel totale rispetto delle regole, forse una vita troppo inquadrata, fino a quel momento in cui verrà travolto letteralmente dagli effetti funesti di una tempesta di neve, e con lui gli altri protagonisti della storia.
È così che Simenon ci immette immediatamente nell’atmosfera nebulosa e confusa di una tempesta di neve, quattro amici, due coppie per l’esattezza, tornano da una festa importante durante la quale scorrevano fiumi di alcol. Donald e il suo amico Ray, con le rispettive mogli Isabel e Mona, affrontano un rientro in auto sotto la tormenta di neve. La visibilità è scarsa, Donald è al volante, con i sensi attutiti dall’alcol ingurgitato, sono tutti e quattro storditi, l’auto è costretta a fermarsi a pochi metri dall’ingresso della villetta di Donald e Isabel, i quattro decidono di proseguire a piedi.
Il lettore cammina, orientandosi a stento, nella neve con loro. Non si vede a un palmo, le donne precedono i due amici di pochi passi, le voci non riescono a sfondare la barriera della tormenta di neve che sferza sui volti, ma alla fine arrivano a malapena alla porta di ingresso. Manca uno di loro. Ray non c’è. Si è forse perso nella neve? Donald decide lasciare le due donne al sicuro ed esce all’esterno a cercare l’amico ma si ferma a pochi metri dalla casa, rifugiandosi nel fienile, fuma diverse sigarette nervosamente. Ray, lo splendido, lo spavaldo, quello che ha sempre trasgredito noncurante di ogni regola, compresa la fedeltà coniugale, Ray l’amico di sempre, forse non c’è più. Caduto, o perduto, o morto di freddo? Lo sapremo leggendo qualche pagina in più. La maestria di Simenon è di farci entrare nelle pieghe più intime della mente di Donald, farci interpretare i suoi silenzi, farci cogliere gli sguardi fra lui e sua moglie, e farci sentire il fiato della seduzione di Mona, presenza femminile nuova nella loro casa, Mona che si insinua fra loro: come una mano misteriosa vuole allungarsi per toccare e sentire un brivido, un’emozione che da lettori ci appartiene già.