Il Salone del libro di Torino e i criticoni
Da qualche anno cerco di non mancare mai a questo appuntamento. Libri a parte, mi sono resa conto che il chiacchiericcio creato attorno all’evento è davvero immenso. Sui social iniziano a delinearsi le fazioni opposte: da un lato quelli del “non posso mancare, assolutamente, vengo ci vediamo, duemila appuntamenti”, dall’altro quelli “mai e poi mai, per carità, questi eventi inutili, gente in passerella, e non voglio conoscervi nemmeno col binocolo”.
La mia veneranda età mi ha ormai portato alla consapevolezza che qualsiasi posto tu voglia occupare nel mondo, virtuale o reale, verrà qualcuno a dirti che quel posto è sbagliato, e soprattutto questo qualcuno ci terrà tanto ad avere proseliti al suo pensiero, esternato spesso con assoluta convinzione e un pizzico di aggressività. La cosa curiosa è che spesso ho potuto constatare individui posizionati in un lato e poi ritrovati anche nel lato opposto del pensiero, giusto per far parte del seguito accondiscendente del pensiero dominante.
“Ah ma io non andrei mai, troppa folla e troppe persone che mi vogliono conoscere”, il sociopatico non vuole ingerenze nella vita reale, e preferisce i contatti virtuali con individui, anche apprezzati e simpatici, ma che stiano mille miglia lontano da lui. “Per carità questi eventi non solo non servono a nulla ma sono solo una passerella di esaltati”, ulula il tipo o la tipa che dice al mondo intero anche se ha mangiato la pastina con le stelline e ha fatto lo shampoo, ma quelli che vogliono apparire sono sempre gli altri. “Sono tutti dei poveracci che vogliono far vedere il loro libro meschino e le loro amicizie inutili!” urla chi ha perduto la voglia di incontrare gli altri e di scambiare un sorriso. Insomma al Salone del libro si va per tanti diversi motivi, tanti quanti siamo noi esseri umani variegati e differenti. Certamente se si ha un libro si ha l’occasione di promuoverlo e di fare conoscenza con lettori o altri scrittori, se si hanno interessi nella lettura si ha l’occasione di ascoltare e conoscere autori e autrici amati, se si sta sempre in casa si ha la possibilità di andare a Torino e vedere amici lontani. Che ognuno faccia come gli aggrada, in fondo come ha detto la Murgia, sincera e coraggiosa donna della cultura italiana, ampiamente discussa anche lei, la vita va goduta sempre, non aspettate un cancro per vestirvi eleganti alle dieci del mattino o per fare un viaggio sull’Orient Express. E la signora senza il cagnolino, che ovviamente un po’ matta è portando a spasso un guinzaglio senza cane, aggiunge “non sprecate energie a criticare chi vive, si muove, parla, urla, balla, racconta, abbraccia, usatele per scoprire quanto sia bello godere la vita anziché macerarsi nelle critiche sterili”. In fondo anche un cagnolino immaginario a voi che male può fare?