Evoluzioni, rivelazioni, rivoluzioni
Vidi sorgere il sole. Ebbi la sensazione che avesse tutto a che fare con me, che non si trattasse di una quotidiana rivelazione, un’abitudine magica che ci precede e ci segue al punto di non essere neanche capaci di accorgercene fin quando qualcosa non ci accade dentro.
E forse era successo qualcosa. Nessuno mi aveva detto che l’alba e il tramonto esistevano. Nessuno mi aveva detto che tutto ciò che accade esiste, e che bisogna notarlo per dare un valore ad ogni istante, che mai bisognerebbe astrarsi dal flusso che ci riguarda tutti.
Forse era successo qualcosa
Mi ero miracolosamente svegliata. Avevo capito che ero quell’alba, quel prato, quegli alberi, quel panorama. Sentivo che la notte abbandonava anche me e che quel trionfo di luce fosse l’interruttore che dipanava ogni dubbio sul mistero della vita.
Il mistero è mistero finché non lo si capisce, ma quando si supera la separazione dal resto delle cose del cosmo, si trova un inspiegabile senso. E il mistero diventa acqua e sole, e la carne che ti avvolge diventa acqua e sole, e la forza di gravità altro non è che il contrappeso che consente al volo un equilibrio stabile, un’immanenza che ci collega alla terra e al vento, alla solidità e all’aria, che ci fa vivere a contatto con l’energia compatta e con quella intangibile.
Mi ero miracolosamente svegliata
Capii che svegliarsi non era solo un modo umano di ridestarsi dal sonno del ristoro, ma era una magia lucente che aveva a che fare col presente, con la consapevolezza dell’esserci, col senso di questa temporanea presenza fisica che è una parte del tutto e non un’anomalia della perfezione del creato. Svegliarsi era rendersi conto del senso umano della vita, e non della modalità automatizzata di affrontare le giornate con ritmi scanditi dal tempo del mangiare, del lavorare, del riposare, dell’affermazione, dei figli legati a qualche svezzamento rituale, a credenze territoriali e temporali. Svegliarsi era iniziare a domandarsi il perché delle ragioni, già incomprensibili, di questo o di quello Stato che entra in guerra per manie di espansione o per imposizioni etniche e religiose.
Svegliarsi non è aprire una finestra sul mondo, ma riscoprirsi mondo, senza nessuna distinzione. Ed è anche capire che nessuno è escluso da questa universale appartenenza, con il limite però che se l’uomo non si sveglia davvero non può entrare nello stato di flusso grazie al quale ci si riscopre eterno fluire.
Vidi sorgere il sole e mi chiesi perché avessi questo senso di pienezza e grandezza. Alla fine, era l’ennesima alba alla quale partecipavo. Mi avevano già affascinato le albe, mi avevano già narrato di potenza e possibilità, di inarrestabile procedere al di là delle più dure fatiche, mi avevano già spiegato che qualunque fitto buio non avesse nessuna speranza contro la luce. Mi avevano già insegnato che non è un riciclo ma un divenire. Mi avevano già spiegato che il buio non esiste, che è solo l’assenza di luce a procurarlo.
Vidi sorgere il sole
Mi ero finalmente svegliata, nonostante molte cose piccole e salvifiche le sapessi, il sapere è diventato definitivo quando aperti gli occhi, mi ritrovai con gli occhi chiusi e capii quali erano quelli che avrei dovuto davvero aprire per comprendere, per rendermi permeabile al buono, alla bellezza, alla vita e a ciò che solo da svegli si fa confidente e risponde con estrema grazia e semplicità ad ogni esistenziale quesito che per interi millenni ha incartato solitari e inesplicabili filosofie.
Avere la consapevolezza chiara che si stiano muovendo dei passi piuttosto che camminare solo per acquisite abilità è la chiave. Si è svegli quando si ha cognizione che il pilota automatico della vita deve essere disinnescato ed è con la concentrazione e la costante presenza che bisogna procedere, affinché ogni destinazione non sia un banale punto di arrivo ma una meravigliosa strada maestra senza soluzione di continuità.