Civico 136, terzo piano, interno 5
Civico 136, terzo piano, interno 5.
È il primo aprile, ma non è uno scherzo, sta accadendo sul serio. Guardi per l’ultima volta quelle pareti, allarghi le braccia sperando di riuscire a contenerla tutta nella memoria. La ringrazi per tutto ciò che è stato e le raccomandi di essere altrettanto accogliente con chi la abiterà dopo di te. Chiudi la porta, dai le quattro mandate solite e ti infili in ascensore.
Addio.
Da oggi sei ancora più Napòlide.
Fanno proprio bene gli inglesi a utilizzare in maniera distinta i termini home e house, le parole sono importanti.
Home again
Home again
One day I know
I’ll feel home again
Home again
Home again
One day I know
I’ll feel strong again
Mentre sei in viaggio per andare a congedarti da casa, nella selezione musicale di Spotify passa questa canzone di Michael Kiwanuka e due coppie di passeggeri sedute accanto a te, parlando con spiccato accento romano, nominano strade e luoghi che conosci. E dove, ormai, un po’ a casa riesci a sentirti. Un cambio di consonante e anche Rome può diventare home. E se le radici resteranno sempre ben piantate laddove stanno papà Vesuvio e mamma Partenope, un alito di vento ti farà volare verso i tuoi genitori di lava e mare ogni volta che vorrai senza bisogno di vagoni alati.
Il tempo dei bambini non è il nostro, impara da loro l’arte di dilatarlo in un perenne presente. Non indugiare in un passato non più adatto a vestire la donna di oggi e non ti far accorciare il fiato da un futuro che ancora non sa parlare la tua lingua. Qui e ora, non esiste altro momento all’infuori di quello che stai vivendo. Che questo diventi il tuo comandamento.
Civico 136, terzo piano, interno 5.
One day I know I’ll feel home again.