Idda, e Tutto brucia.
Idda, lei.
La chiamiamo così in Sicilia, ‘a muntagna, il vulcano che ci fa da mamma e che svetta nel catanese. Idda, l’Etna, è femmina, potente e maestosa, temuta e venerata.
Da piccolo andavo sul terrazzo di casa e con l’indice seguivo la linea della ringhiera, dipingendomi il dito di nero, colorandolo della cenere di idda.
Il Teatro Kismet è stato appena distrutto, come la città di Troia.
“Questa è la città, ora c’è solo fumo.
Resta solo una distesa di macerie”.
I miei sensi sono sotto assedio: gli occhi si fanno spazio fra le ombre, sento puzza di morte e di desolazione, suoni di voci di donne che mi penetrano. La guerra è finita, Troia è caduta. Gli uomini sono scomparsi, e la donna è in attesa, giace ridotta a cagna pronta per essere deportata. È un lamento, un grido animale che come le onde del mare ti bagna i piedi e poi ti libera, ti bagna i piedi e poi ti libera, senza sosta.
“Sono una straniera, una creatura ibrida.
Non solo gli uomini, ma anche gli Dei stuprano”.
Ed è proprio questo che sto vivendo anch’io, qui, adesso: una tragedia dello stupro, che dalle donne parte, dalle Troiane, ma alla terra arriva, alla città, è uno stupro del vivente, qualsiasi forma esso abbia. Io sono stuprato. Tre esseri animati in scena, sono donne o sono animali? Ecuba, Cassandra, Andromaca. Perché siete ridotte a cenere? C’è un canto, quello del corifeo, che dà voce alla mia voce, e alla voce della donna che mi siede accanto, e del ragazzo che mi sta davanti, e di Valentina che guarda il palco senza mai girarsi. È un canto di lamento, che fa da red line e mantiene vivi dei punti focali e dolorosi della tragedia. Le parole non sono scelte a caso, provengono dalla drammaturgia stessa, in un accento lirico che diviene ferita, e attraverso le corde della chitarra elettrica sulle ferite sparge sale. E tremo. C’è danza in tutto questo dolore in scena, che lentamente trasforma parole di una lingua inesistente in parole radicate nel corpo, che raccontano corpi, come il pianto di un bambino appena nato.
“Fra duemila anni la voce di donne ci sarà ancora,
una voce interna che ha bisogno di urlare e di essere ascoltata”.
Tutto brucia è pregno di una forte drammaturgia filosofica, un desiderio di cambiamento che Motus riesce a rintracciare e raccontare sul palco. È uno spettacolo che racconta il nostro tempo, nato negli anni della pandemia e frutto del background politico-sociale della compagnia stessa. È il tentativo sincero e straordinario di superare l’antropocentrismo malefico che mette il maschilismo al vertice del tutto, la distruzione delle gerarchie, è il desiderio di nobilitare morti che diventano numeri e invece sono persone, sono nomi, diversamente da come i media vogliono raccontare.
L’elemento estetico viaggia di pari passo con l’elemento contenutistico, ma questo ormai è un “motus” operandi a cui questa compagnia ci ha viziati. L’estetica diventa strumento al servizio della materia, inevitabilmente. Non c’è disgiunzione, ma coerenza, logica consequenzialità.
Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello), sono le tre creature straordinarie che ci hanno accompagnati in questo viaggio. Tre. Secondo la Kabbalah, questo numero è associato alla terza lettera dell’alfabeto ebraico: Ghimel. La forma della lettera, richiama la figura di una persona nell’atto di correre, come se mettesse il piede in avanti per lo slancio. Si tratta dell’origine del movimento, rappresenta la spinta ad uscire da sé stessi, dalle proprie limitazioni che la dualità ci propone di continuo. Tre. È un viaggio fra cenere e speranza, il nostro. Perché da lì, proprio dalla cenere, la donna tira su la testa, recupera il dominio del cammino, la posizione eretta, non è più cagna ma è guerriera, e risorge.
Idda ogni tanto si sveglia e ricopre le ringhiere di un velo nero giù in Sicilia.
Idda brucia e distrugge.
Ma la cenere fertilizza la terra e ne fa grembo di nuova nascita.
Idda è mamma, idda è mamma.
Abbiamo visto “Tutto brucia”
Compagnia Motus
Al Teatro Kismet di Bari
ideazione e regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello) alle canzoni e musiche live.Si ringrazia l’Ufficio Stampa.
Credits: foto da https://www.motusonline.com/tutto-brucia/