Furto 51 – Respiri
Ritrovarsi ogni giorno, immersi e sommersi dal quotidiano, soffocati dai qualunquismi.
Suona la sveglia e ti ricorda che esisti: tu esisti.
Esisti e respiri, respiri ed esisti.
Cerchi di capire chi sei, dove sei, cacci via le lenzuola, ti sbatti in faccia dell’acqua gelida per riuscire a scoprire se l’oggi è ancora ieri.
E respiri di nuovo.
Ritrovarsi ogni giorno negli stessi uffici, immersi e sommersi da numeri, rumori, pareti rosse, odori nauseabondi che ti riportano immagini di vita che è già stata vita, sempre la stessa.
E respiri di nuovo, ancora una volta.
Le lancette che sembrano di cemento, le luci dei neon che offuscano e poi il sudore che ti scende sulla fronte e ti avvisa che è arrivato il momento di respirare. Fermarsi e respirare.
Ritrovarsi ogni giorno per strada, immersi e sommersi da scarpe allacciate male. Scarpe che incrociano altre scarpe, rumori di passi che sfiorano altri passi. Respiri una, due, tre volte ancora e ti accorgi che i piedi hanno un corpo, i corpi hanno dei volti. Cerchi di sfuggire alle storie che ti raccontano ma non ci riesci.
Respiri, respiri ancora e torni alle scarpe allacciate male. Le tue.
Il passo aumenta, l’equilibrio barcolla, e più le strade si aprono, più le piazze si allargano, più aumenta il bisogno di respirare.
Apri la bocca, il naso, spalanchi le braccia e cerchi di rubare la poca aria rimasta.
E respiri.
Ritrovarsi ogni notte, immersi e sommersi dalle lenzuola, soffocati dal desiderio di scoprire se il domani sarà come l’oggi, se tutti questi ieri hanno lasciato ancora un po’ d’aria da respirare.
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