Selenamente
È la nona edizione dello show musicale dedicato alla memoria di Selena Palma, da qui il titolo, e la prima in assoluto per me. Selena era una biologa, pittrice, bassista, sceneggiatrice romana, morta giovanissima per un tumore ovarico raro 9 anni fa. Io non l’ho mai conosciuta, ma tre anni fa, in pieno lockdown ho avuto la fortuna di scegliermi per maestro di songwriting il suo ex compagno, Jacopo Ratini. E di sapere della sua storia da lui. Anche Jacopo è un vulcano multitasking : cantautore, cantante (é stato anche a Sanremo), scrittore, poeta, presentatore, direttore artistico, insegnante. Per me, ormai, anche un amico. E’ uno che parla in modo schietto, Jacopo, e di argomenti che conosce, come la sottoscritta; per questo ci intendiamo bene, anche oltre la musica. Magari si parte dall’analisi di una canzone per finire a scambiarci consigli di vita. Non ci eravamo mai visti prima, di persona, e l’occasione per scambiarci un abbraccio emozionato, dopo tre anni, è stata proprio la nona edizione di questo spettacolo, voluto all’epoca proprio da Selena, e organizzato ogni anno dal suo compagno, il mio maestro. Selenamente è uno show in cui cantanti e artisti amici di Selena o di Jacopo dopo di lei, si alternano sul palco a titolo gratuito per raccogliere fondi da destinare alla ricerca oncoematologica , a cura della onlus Sanes di Claudio Pacifici, interna all’azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini. Lo show si svolge il 19 febbraio, il mese di Selena, in un locale di amici che conosco bene, “L’Asino che Vola”, dopo lo stop forzato per la pandemia. Non posso non andare; non l’ho detto neanche a Jacopo, voglio fargli una “carrambata”.
Il locale è come lo ricordavo prima del lockdown, Si sviluppa sotterraneo in lunghezza, luci soffuse e un palchetto per i musici e i performer a un passo dai primi tavoli. I gestori sempre attenti e cordiali, l’energia indubbiamente giovane. Dopo un’ottima birra consumata sui pouf precari, e un po’di anticamera, inizia lo spettacolo. Jacopo sale sul palco in qualità di direttore artistico e presentatore. Più tardi canterà, anche. E’ la prima volta che lo vedo tridimensionale, ma per me è come uno di famiglia; il volto, la mitica crocchia di capelli, la voce, la personalità. Non ci siamo mai toccati le mani ma i pensieri eccome, milioni di volte. Sono stata sua allieva per oltre due anni, ho sperimentato con la sua Accademia del Songwriting i rigidi confini del verso musicale, che da romanziera mi ero sempre permessa di ignorare, e ho affinato il dono della sintesi. Ero davanti a un tipo di scrittura che proprio non conoscevo, ma non ero sola. C’era lui, a guidarmi. Con pazienza, empatia, umiltà, entusiasmo, rigore. E’ un grande insegnante, Jacopo. Perché parla di ciò che ama e di ciò che sa, senza salire su nessun trono. Parte sempre dal vissuto degli allievi, perché in musica funziona come nei libri: devo conoscere il mio argomento per risultare efficace. Nei miei racconti io parlo dei ricordi, del lavoro, di arte, di lingue, di sentimenti. Territori che mi sono familiari e cari. Con le canzoni funziona più o meno allo stesso modo.
E ora, su quel palchetto, davanti a me vedo il mio maestro presentare e abbracciare uno per uno gli artisti che si esibiranno, tutti giovanissimi allievi o ex allievi, di cui in questa sede mi limito ad elencare i nomi: Sarah Jane Ceccarelli, Caffa, Martina Attili, Matteo Costanzo, Naive, Lorenzo Lepore, Hack. Alcuni come Avincola, Alex Polidori, Daniele De Gregori, già professionisti e con il loro seguito fidelizzato. Si chiude in bellezza con le magistrali cover ad opera della band in cui Selena suonava il basso, Le Olive Greche. Che l’hanno ricordata, con amore; lo stesso amore che si percepiva dalle parole di Denise, psichiatra sua collega e amica, che si proponeva come ottima cantante, accompagnata dalla sua pianista. E poi le riflessioni tragicomiche sul senso della vita e del lavoro nel monologo di un altro degli amici storici di Selena, Miro Barsa.
A fine serata, prima di congedarsi da artisti e pubblico, Jacopo imbraccia una chitarra e per farci piangere canta il pezzo scritto a suo tempo a Selena, “Ti chiamerò casa”, e per farci sognare canta il pezzo di fresca uscita sulle piattaforme digitali “Non sono più io”. Meravigliosi, entrambi. A fare le foto, oltre a noi fanatici del telefonino, una professionista, sempre presente agli eventi di Jacopo, Laura Sbarbori. E’ stato uno show in cui le parole, musicate e non, erano importanti. E piene di amore sincero verso una donna che non ho conosciuto, ma che sentivo presente come non mai. E il suo cuore speciale vive dentro quello dei suoi amici e del compagno Jacopo. Speciale davvero, se si fa sentire dopo tanti anni. Dopo la sorpresa e l’abbraccio al mio maestro e amico e il saluto a Piero gestore del locale, mi sento leggera. Forse, come in un’altra canzone di Jacopo dedicata a lei, “imparo ad essere aria”, o forse è solo gratitudine che si inchina alla bellezza.
Si può ancora donare alla Sanes Onlus, che ha una pagina Facebook in cui esplicita le proprie attività benefiche a favore della ricerca oncoematologica e dell’assistenza ai malati, al seguente IBAN: IT70R0832703232000000002030 (Banca di Credito Cooperativo di Roma) causale: donazione per Selena Palma
Grazie.