La voce dell’arrabbiato
La rabbia per un evento avverso è assai diversa dalla rabbia strutturata, dalla rabbia dell’arrabbiato per vocazione, quello che distrugge, che inaridisce, che azzera la vitalità come Attila l’erba
Riconoscere un arrabbiato è facile.
Ci sono un migliaio di caratteristiche che sussistono contemporaneamente.
Impossibile sarebbe confondersi.
L’arrabbiato a prescindere non è una cosa lontana da noi, è colui che impedisce al bello di dispiegarsi e alla gioia di prendere piede. Inaridisce, imbruttisce, uccide entusiasmi e probabilità. Il possibile, ai suoi occhi, diventa sospetto;
e tutto sacrificato sull’altare della propria insoddisfazione e dei propri schematici e insuperabili convincimenti.
L’arrabbiato a prescindere è una piaga sociale.
Ha la voce inconfondibile sia nella timbro che nell’eco.
Ha la voce stridula e fastidiosa, e rappresenta l’unico metro che ha per misurare la vita.
Ha la voce della recriminazione.
Ha la voce dell’insolenza.
Ha la voce del raggiro.
Ha la voce della manipolazione.
Ha la voce dell’egoismo.
Ha la voce dell’insicurezza.
Ha la voce della debolezza.
Ha la voce del tornaconto.
Ha la voce della vigliaccheria.
Ha la voce della frustrazione.
Ha la voce dell’imbroglio.
Ha la voce della disperazione.
Ha la voce avvelenata.
Ha la voce senza memoria.
Ha la voce dell’irresponsabilità.
Ha la voce dell’arroganza.
Ha la voce della codardìa.
Ha la voce della bimba viziata.
Ha la voce della bimba vessata.
Ha la voce sprezzante.
Ha la voce cinica di chi vuol distruggere la bellezza.
Ha la voce dell’isolamento.
Ha la voce dell’angoscia.
Ha la voce della fragilità.
Ha la voce dell’irragionevolezza.
Ha la voce dell’irrazionalità.
Ha la voce della fuga.
Ha la voce dell’accusa e la posizione sulla difensiva.
Ha la voce di chi crede di non aver bisogno di aiuto.
Ha la voce della cattiveria.
Ha la voce delle colpe altrui.
Ha la voce della miseria spirituale.
Ha la voce della prepotenza.
Ha la vice della belligeranza.
Ha la voce dell’infamia.
Ha la voce dell’ingiuria.
Ha la voce del dolore.
Ha la voce della non risoluzione.
Ha la voce della maledizione perpetua.
Ha la voce della fatica sociale.
Ha la voce della cecità sul bene.
Ha la voce del non discernimento.
Ha la voce della meschinità.
Ha la voce dell’ingiustizia.
Ha la voce della piccineria.
Ha la voce dell’esasperazione.
Ha la voce del narcisismo.
Ha la voce della refrattarietà al cambiamento.
Ha la voce dello stantìo.
Ha la voce dell’intolleranza.
Ha la voce dell’inadeguatezza.
Ha la voce della paura.
Ha la voce di chi ha paura di stare con sé.
Ha la voce di chi non si ama e dunque ama il prossimo suo come se stesso.