Lettura n. 31 Domani interrogo, Gaja Cenciarelli
Mi sembra di sentirlo ancora quel “pressorè” dopo aver chiuso le pagine del libro. Romanzo? Saggio sulla scuola? Non saprei, direi più che è il libro-racconto del rapporto fra pressorè e i suoi ragazzi di una scuola di periferia romana. Il primo giorno di scuola si dice sempre che sia il più difficile, ok ma per chi? Ci siamo mai messi anche nei panni della professoressa? Cenciarelli ci fa sentire completamente immersi nel suo stato d’animo, siamo un po’ confusi, e spaventati, tutti quei ragazzi con gli occhi su di noi, ci soppesano, fanno finta che noi non esistiamo, ci deridono, ci ignorano, oppure nella migliore delle ipotesi ci ammirano? Sì perché il miracolo che questa prof riesce a fare con studenti molto poco scolarizzati, che parlano in romanesco, fumano canne, escono ed entrano dai bagni o dal bar a loro piacimento, minacciano, inveiscono e si aggrediscono pure fra di loro, il vero miracolo è che la prof si fa rispettare ma soprattutto riesce a fare lezioni di letteratura inglese.
“A pressore’, n’è che po’ fa’ lezione in inglese, eh! Qua manco capimo l’italiano.”
Si sorride spesso leggendo il libro ma a volte quello che viene sulle labbra è un sorriso amaro, si prende coscienza di una realtà di emarginazione e di mancanza di speranza e progettazione per il futuro, in un mondo di ragazzi che d’istinto porterebbero la maggior parte degli adulti a storcere il naso. Noi però ci affezioniamo. La storia si apre con la professoressa che si perde in una zona di Roma, mai esplorata, e si ritrova una giraffa di fronte, una vera giraffa di un circo limitrofo, e prova lei stessa un senso di straniamento, quasi premonitore, quasi a suggerirle il rischio di entrare in una dimensione poco conosciuta. Tuttavia la tenacia dettata dall’amore per l’insegnamento e soprattutto dalla passione per la sua materia, la letteratura inglese, sorreggeranno la professoressa nei momenti più difficili di fronte a ragazzi rabbiosi, tossici, spacciatori, violenti, con storie complicate alle spalle e dentro di loro, con pochissimo interesse per lo studio e scarsa fiducia nel futuro che li attende. Non mollerà mai la professoressa anche con le lacrime copiose arrivate ad appannarle gli occhi, anche quando alcuni studenti tenteranno di farle minacce – molto poco velate- perché lei insiste nel dire loro che la droga è uno schifo, che fa male, e che farebbero bene a stare lontani da certi giri. Non mollerà mai anche quando le sembrerà tutto inutile e vivrà la freddezza dei colleghi, o l’indifferenza di alcuni studenti, e quando sarà costretta ad alzare la voce, o quando proverà a ogni costo a far capire Joyce. Sapete perché lei non molla? Perché lei è La Scuola, e come una mattina a fine anno le fanno notare i suoi ragazzi, lei lì è felice e non può davvero nasconderlo.[
Domani interrogo, di Gaja Cenciarelli, Marsilio editore